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Benevento – Manifestazione e contromanifestazione questo pomeriggio dinanzi al Palazzo del Governo. Al centro del confronto tra le parti è stato in sostanza il rispetto delle inclinazioni sessuali degli individui. Infatti, il fronte pro famiglia ha voluto sottolineare con la sua manifestazione il dissenso nei confronti del progetto di legge, il cosiddetto “Ddl Zan”, dal nome del proponente, che vuole istituire un nuovo reato, la “omotransfobia” che vuole punire chi non tollera e non rispetta il cambio di sesso altrui. A fianco del fronte erano presenti anche la Chiesa Evangelica Fiumi di Grazia, con il pastore Roberto Sferruzzo, e Fratelli D’Italia con Federico Paolucci e Francesca Pedicini. Ma, a pochissimi metri di distanza, ovvero ai piedi della Rocca dei Rettori, si erano radunati per protestare contro questa iniziativa molti cittadini vicini al Lgbt. A distanziare le parti in contrasto le Forze dell’Ordine.

Claudiane Sassi Mazzini, referente delle “Sentinelle” che si oppongono all’introduzione del nuovo reato nel nostro ordinamento, ha sottolineato: “Difendiamo la libertà d’espressione. Non ce l’abbiamo con nessuna categoria ma ci opponiamo al DDl Zan perché vuole creare nicchie protette tra i cittadini. Creare una legge che trasforma un’idea come reato d’opinione significa incitare alla discriminazione. Non creiamo delle categorie protette”

Francesca Pedicini di Fratelli d’Italia ha sottolineato: “Il ddl Zan è un provvedimento sbagliato per svariati motivi: pensare di introdurre un reato di “omotransfobia” è incostituzionale poiché creerebbe una categoria di persone privilegiata rispetto alle altre contravvenendo al principio della Costituzione che afferma che tutti siamo uguali di fronte alla Legge; significherebbe inoltre porre il discrimine fra ciò che è lecito e ciò che non lo è, quindi, per un’errata associazione di idee, divide nella percezione della gente ciò che è bene da ciò che è male. I concetti di discriminazione e di incitamento all’odio non sono misurabili né definiti a livello giuridico, pertanto tutto sarebbe rimesso alla discrezione e soggettività del giudice. Ciò vorrebbe dire che, chiunque voglia punire coloro i quali hanno una visione dell’uomo “tradizionale”, percepirebbe con molta facilità le affermazioni contrarie come un’offesa o una critica personale. Una vera e propria limitazione della libertà di parola.”

Per il fronte opposto, invece ha parlato Ivana Belli: “Ci siamo stancati di essere in silenzio. Basta con le loro notizie false. Noi saremo solo tutelati dal punto di vista legale, ma loro potranno tranquillamente continuare ad insultarci come già fanno. Abbiamo solo voluto lottare per i nostri diritti. Impariamo ad alzare la voce, siamo qui per rivendicare ciò che siamo.