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Caserta-Inserivano sul sito “Bakeca.it” falsi annunci di prestazioni sessuali, con le vittime che pagavano per avere un rapporto ma che alla fine restavano con un pugno di mosche in mano. Una truffa in piena regola scoperta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nell’ambito di un’indagine più ampia sul racket della prostituzione e su un giro di droga finanziato tramite rapine ed estorsioni, che ha portato in carcere due persone e tre ai domiciliari; tra queste ultime la 33enne Valeria Iandolo, la bella del gruppo che si prestava da esca per attirare uomini desiderosi di avventure; era lei, è emerso dalle indagini effettuate dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa, che contattava gli uomini adescati on line e si faceva consegnare il danaro, in particolare somme dai 70 ai 120 euro per prestazioni che poi non effettuava. Per lei La Procura aveva chiesto la misura del carcere, ma il Gip di Santa Maria Capua Vetere Corrina Forte, pur ritenendo la Iandolo “soggetto dotato di elevata capacità criminale”, e “donna scaltra e accorta adusa a violare la legge”, ha deciso per i domiciliari tenendo conto del fatto che la 33enne era incensurata e ha due figli piccoli. Per gli annuncio il gruppo andava sul sicuro, vista la diffusione del sito “Bakeca.it”, “noto” suo malgrado alle cronache perché comparso in numerose recenti inchieste sul racket della prostituzione, che viaggia sempre di più on line. L’ordinanza ha disposto la misura dell’obbliga di dimora per una sesta persona; complessivamente sono 13 gli indagati. In carcere è finito il 34enne Gabriele Consolazio, ritenuto colui che organizzava le rapine con cui comprare lo stupefacente da spacciare, e che poteva contare, scrive il Gip, “su una fitta rete di complici e informatori che lo notiziano sui fatti riservati concernenti le indagini e in qualche modo lo aiutano a sottrarvisi”. In una circostanza il 34enne, proprio grazie a tali “soffiate”, riuscì a tornare a casa dove stava scontando i domiciliari giusto in tempo per il controllo dei carabinieri. Carcere anche per l’albanese di 40 anni Antonio Thaci, spacciatore e organizzatore del giro di prostituzione attivo su viale Carlo III, la lunga arteria che attraversa vari comuni e termina nel capoluogo Caserta nei pressi della Reggia. Thaci, hanno accertato gli inquirenti, si faceva pagare dai trans e dalle prostitute affinchè potessero svolgere la loro attività; chi non pagava veniva pesantemente minacciato, come accaduto ad un trans, minacciato di morte.