- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Caserta – “Un quadro allarmante connotato da un’illegalità diffusa e da una gestione personalistica delle gare d’appalto” è emerso nell’indagine relativa all’ospedale di Caserta, che ha portato oggi all’arresto per appalti truccati in cambio di tangenti di sette persone, tra cui l’ex direttore sanitario dell’ospedale nonchè funzionario di vertice Carmine Iovine, cugino del boss dei Casalesioggi pentito, Antonio Iovine. E’ il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Maria Antonietta Troncone, nel corso della conferenza stampa convocata negli uffici della Procura, a bollare con parole forti l’inchiesta – l’ennesima – che ha coinvolto l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, reduce da due anni di commissariamento, terminati nel marzo scorso, dopo lo scioglimento disposto nel 2015 per infiltrazioni camorristiche, unico caso in Italia per un nosocomio.

L’indagine è stata realizzata dalla Dia di Napoli guidata da Giuseppe Linares (nel video correlato le sue dichiarazioni), che già aveva indagato negli anni scorsi sulle ospedale casertano in relazione alle infiltrazioni del clan dei Casalesi, in particolare della fazione facente capo al boss Michele Zagaria; vicenda quest’ultima che si è conclusa di recente con le condanne in primo grado. “La circostanza ancora più grave – prosegue la Tronconeè che anche durante la fase in cui a gestire l’ospedale era la Commissione nominata dal Ministero dell’Interno, Iovine e i suoi collaboratori creavano ad arte atti di controllo relativi all’andamento degli appalti aggiudicati; i controlli però non erano mai stati effettuati”. Per il sostituto Barbara De Ponte, che ha condotto le indagini con l’Aggiunto Carlo Fucci, “vanno evidenziate le gravissime ripercussioni sui pazienti per i servizi relativi alle gare truccate, come a quelle per la igienizzazione dei locali interni o la pulizia delle lenzuola e altri indumenti. Abbiamo riscontrato – ha spiegato – che le lenzuola non venivano cambiate quasi mai, che in reparti che dovevano essere puliti alla perfezione, come quelli in cui si effettuano interventi chirurgici, venivano usati stracci sudici e già utilizzati per pulire gli esterni”.