- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Curti (Ce) – Continua a dilagare la psicosi da Coronavirus a Caserta e provincia. Lo sfogo è di Giulia, la titolare di un ristorante sulla via Nazionale Appia all’altezza di Curti, che racconta quanto le accaduto sulla sua pagina Facebook.Mi sono recata, con l’intenzione di fare shopping, presso un noto negozio di abbigliamento, ubicato a destra in direzione Caserta, nei pressi del mio ristorante. Premetto che sono di nazionalità cinese, lavoro e vivo in Italia da circa 20 anni, non vado in Cina da anni e non ho avuto contatti con persone che di recente ci sono state. Pur non conoscendomi personalmente, il dipendente del negozio di abbigliamento, nel vedermi entrare, si è messo la giacca sul viso ed ha esclamato “è entrato il Coronavirus” pensando che io non potessi comprendere ciò che diceva in lingua italiana. Dopo le mie rimostranze su quanto era successo sono andata via, ovviamente senza acquisti“.

Giulia, ovviamente, si è sentita ferita al punto di sentirsi privata della dignità di persona che fa di tutto per integrarsi in questo Paese e sottrarsi ai tanti stereotipi: razzismo, discriminazione e non ultimo quello sul Coronavirus.Questo dipendente – continua la titolare del ristorante – non sa che privare una persona della sua dignità è più brutale che percuoterla fisicamente, oltre a distruggerne la morale. Poiché non sa tutto ciò, perché sicuramente non ha mai provato tutto questo sulla propria pelle, quindi lo ignora, sono costretta a perdonarlo, diversamente dovrei denunciarlo per quello che mi ha detto pubblicamente alla presenza di altre persone. Approfitto di questo spiacevole episodio per lasciare un messaggio di monito, per riflettere“.

E’ singolare, poi, che le titolari di questo negozio, con le quali Giulia ha contatti tutti i giorni, da tempo frequentino il suo ristorante. Se questa è la reazione di una persona adulta, a seguito di un simile episodio, più grave ed angosciante è quello che stanno affrontando i bambini della comunità cinese, in ogni luogo, compreso la scuola. “I bambini cinesi stanno portando, con onore, sulle loro spalle il fardello più grande, quello della discriminazione legata a questo momento del Coronavirus. Ciò sarà causa, in questi bambini, di grandi disturbi che porteranno con loro per tutta la vita, assieme ad un risentimento che impedirà una sana integrazione in stile Paese civile che è l’Italia che si vanta di essere un grande popolo e di far parte della Comunità Europea“, conclude amareggiata Giulia.