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Aversa.  Il sindaco Enrico De Cristofaro smentisce che l’amministrazione avrebbe ricevuto dalla magistratura, per la seconda volta, richiesta di costituzione di parte civile nel processo ‘The Queen’ che lo vede coinvolto quale presidente dell’ordine provinciale degli architetti. Richiesta che, come riportato in una nota del Partito Democratico, che ha chiesto chiarimenti in merito, sarebbe stata ignorata e messa in un cassetto per essere dimenticata. “Un atteggiamento che conferma che su questo tema non si sta facendo l’interesse generale della città ma quello di un singolo”, accusava il gruppo consiliare del Partito democratico ad Aversa composto da Marco Villano, Elena Caterino, Paolo Santulli e Alfonso Golia rincarando la dose: “E’ chiaro che dopo il clamore suscitato della delibera del 15 giugno, con cui si dava parere negativo alla richiesta della Procura del 28 aprile, la l’amministrazione comunale ha cercato di evitare ulteriori imbarazzi e clamore mediatico ma lo ha fatto nel modo sbagliato. E meno male che a chiacchiere si professano un’amministrazione trasparente”. Immediata la risposta del sindaco: ” Quel documento – ironizza De Cristoforo – l’abbiamo nascosto così bene da averlo ritrasmesso, per le deduzioni del caso, alla magistratura competente accompagnato dalla convenzione stipulata dall’amministrazione dell’epoca con l’Adisu per la cessione, in comodato d’uso trentennale, dell’ex carcere mandamentale restaurato per essere casa dello studente. Da sottolineare – continua  – che l’atto della magistratura è stato indirizzato all’Adisu di Aversa malgrado in questa città non esista una sede amministrativa dell’Adisu, che è a Caserta”. In pratica, secondo il primo cittadino non si tratta di una nuova richiesta di costituzione di parte civile “ma della stessa richiesta fatta in precedenza, trasmessa solo perché uno dei soggetti sottoposti ad indagine è cambiato. Cosicché, per legge, la richiesta viene rinnovata con i nomi degli interessati tra i quali non compare quello del sottoscritto. Se proprio si vuole, solo in questo senso si può definire l’atto arrivato all’Ente secondo richiesta”. Per il sindaco, dunque, l’accusa mossa dal gruppo Pd è dato “dall’assenza di argomenti da opporci e si propongono con queste cose”. 

Mena Grimaldi