«Non c’è recupero ambientale compatibile con la prosecuzione dell’attività estrattiva». Così Raffaele Aveta, esponente del Movimento 5 Stelle e presidente dell’associazione provinciale “Terra di idee”, commenta la notizia della possibile riapertura della cava in località Provine-Pioppi tra Caserta e Valle di Maddaloni.
«Si tratterebbe – continua Aveta – di un progetto di riqualificazione che però prevede l’estrazione di oltre due milioni di metri cubi di calcare. Questa impostazione è per noi inaccettabile. Non si può pensare di continuare a cavare in un territorio già drammaticamente devastato dalle attività estrattive».
Secondo l’esponente del Movimento 5 Stelle «a pagarne lo scotto sarebbero, come sempre, i cittadini, con problemi legati al rilascio di polveri sottili nell’aria, alla presenza di pozzi fondamentali per l’approvvigionamento idrico del territorio di Valle di Maddaloni, al transito di centinaia di camion carichi del materiale estratto».
Al danno ambientale – spiega ancora Aveta – «andrebbe aggiunto il danno paesaggistico nell’area dell’acquedotto carolino protetto dall’Unesco. Ancora una volta ci troveremmo di fronte alla volontà di far prevalere attività private e speculative sulle esigenze di tutela del territorio e della salute pubblica. Noi riteniamo invece che una vera riqualificazione debba mettere al centro la difesa ambientale e la previsione di ipotesi di sviluppo economico sostenibile. Cave e cementifici hanno già provocato danni irreversibili alle nostre colline, nonostante anni di battaglie delle associazioni ambientaliste e dei cittadini. Non possiamo più consentire che gli interessi economici vengano perseguiti a discapito del benessere collettivo».