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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Si dimette Adolfo Russo, presidente dell’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere. Una decisione, quella di Russo, che prende atto della “situazione di stallo e di assoluta ingovernabilità del Consiglio dell’ordine”, e che certifica la crisi irreversibile dell’organo amministrativo degli avvocati, che a questo punto dovrebbe essere commissariato. Una crisi aperta dalla scelta di tre consiglieri dell’Ordine, facenti parte della lista di maggioranza, di dimettersi in tempo utile per potersi poi ricandidare alle elezioni del 2023; a questa scelta hanno reagito i consiglieri di minoranza, che hanno deciso di disertare le riunioni, bloccando di fatto ogni attività dell’Ordine, anche quella ordinaria relativa ad iscrizioni, rilascio certificati, pareri, gratuiti patrocini, con danni per gli avvocati più giovani. Nella sua lettera di dimissioni, Russo scrive di “incestuosa assonanza di egoistici intendimenti fra l’opposizione e parte della maggioranza”.

“Con contestuale, e sospetta, tempestività – spiega Russotre consiglieri della maggioranza, gli avvocati Iaselli, Palmirani e Puoti, si sono dimessi provocando il venir meno del quorum costitutivo del Consiglio fino ad allora appannaggio della maggioranza, che poteva contare su 13 elementi. Risultando tale quorum non inferiore a 11 presenze (su 21 Consiglieri), non sfuggirà come la restante pattuglia di 10 consiglieri non poteva essere sufficiente a garantire la regolarità delle presenze: circostanza puntualmente verificatasi a seguito delle dimissioni innanzi indicate”.

“Le stesse sono state veicolate come necessitate da una non condivisione delle “politiche” della maggioranza: risulta inaccettabile tale giustifica specie considerando la qualità delle funzioni svolte dai dimissionari in seno al Consiglio: Vice Presidente, Segretario e Delegata alla Formazione, in sintesi l’intero Organo esecutivo del Consiglio. Resta intatta, invece, la assorbente circostanza che le dimissioni si sono rassegnate in limine temporale alla possibilità di ricandidarsi alle prossime elezioni, altrimenti esclusa. E’ più che probabile, quindi, che abbiano prevalso logiche egoistiche a logiche di tutela della classe degli avvocati. Le stesse logiche sono state fatte proprie dall’opposizione che non si è fatta sfuggire l’opportunità di ‘gettare a mare’ la Consiliatura per approdare a nuove elezioni, pur dopo un indeterminabile periodo di commissariamento.  Peccato che il Commissariamento sia un’onta e non una medaglietta, perché ha costi rilevanti e ingessa l’attività del Consiglio per lunghissimo tempo” conclude Russo.

Ora la gestione sarà presa dal consigliere più anziano, l’avvocato 93enne Elio Sticco, già per oltre 40 anni alla guida dell’Ordine, la cui esperienza decennale aveva portato ad imporre la regola dei due mandati. Sticco governerà l’ordinario fino alla nomina di un Commissario da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, che deciderà su proposta del Consiglio Nazionale Forense. Il Commissario dovrà entro sei mesi indire nuove elezioni.