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Con la annunciata decisione del comune di Santa Maria La Fossa di uscire dal consorzio Agrorinasce, il futuro di uno dei beni confiscati più grandi della Campania e del meridione è a rischio con la possibile perdita di ingenti finanziamenti volti alla sua valorizzazione.
 
“È necessaria – dichiara il segretario generale Cgil Caserta, Matteo Coppola – una soluzione condivisa che guardi alla gestione dei beni confiscati in un’ottica condivisa e partecipata. Occorre che Ministero dell’Interno e governo nazionale e regionale garantiscano la sopravvivenza di questi luoghi senza la perdita di finanziamenti come già avvenuto in passato,  cosicché questi beni  possano continuare ad essere volano per la rinascita di Terra di Lavoro e presidi di legalità in un territorio troppo a lungo vilipeso dalla criminalità organizzata”.
 
“La provincia di Caserta non può perdere milioni di investimento su infrastrutture e servizi sull’implementazione della filiera agro alimentare – aggiunge Igor Prata, segretario generale FLAI CGIL Caserta – Centinaia di lavoratori e di addetti alle cooperative sociali ed agricoli saranno fortemente penalizzati in un area, quella della Provincia di Caserta, già duramente colpita dalla crisi.”
 
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale Cgil Campania, Nicola Ricci. “Non va abbassato il livello di guardia nella lotta alle mafie – dice – perché l’esperienza della gestione dei beni confiscati con il coinvolgimento di più Comuni rappresenta in Campania la vera risposta civile e la possibilità di creare attività e lavoro utile. Solleciteremo le istituzioni affinché questa miopia politica – conclude Ricci – non rallenti l’opera di presidio e lotta alle illegalità”