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Casapesenna (Ce) –   Nell’aprile 2012 furono trovati bigliettini di minacce nello studio dell’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria (nella foto), attualmente sotto processo con il boss omonimo Michele Zagaria, talmente poco attendibili che la Direzione Distrettuale Antimafia non ritenne di dover fare alcun approfondimento. E’ quanto emerso dalla deposizione di un sottoufficiale della Dia di Napoli al processo in corso tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) in cui lo Zagaria ex politico e il capoclan sono imputati per violenza privata con l’aggravante mafiosa commessa ai danni di un altro ex primo cittadino di Casapesenna, Giovanni Zara. Nel processo Fortunato Zagaria risponde anche di concorso esterno in associazione mafiosa.

L’investigatore era stato citato dalla difesa dell’ex primo cittadino (avvocati Paolo Trofino e Giuseppe Stellato, ndr), proprio perché avrebbe dovuto raccontare dei bigliettini trovati nello studio di Zagaria, in cui c’era scritto: “ti bruceremo la casa di Baia Verde (località del comune balneare di Castel Volturno, ndr)”.

Peraltro i bigliettini, è emerso, non furono trovati o quantomeno visti durante la prima perquisizione effettuata il 10 febbraio 2012, quando Zagaria, in quel momento in carica come sindaco, fu arrestato; apparvero invece due mesi dopo, quando Zagaria fu scarcerato e la Dia andò a fare un ulteriore sopralluogo prima di riconsegnare i locali dello studio. Il Pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano ha incalzato il teste. “Come fate a dire che quei bigliettini di minaccia erano rivolti proprio a Zagaria?”. “Non possiamo dirlo, in quanto li inviammo alla Dda ma non ricevemmo alcuna delega per indagare. Non furono cercati riscontri neanche sull’esistenza della casa di Baia Verde”.

All’udienza di oggi ha poi testimoniato, sempre citato dalla difesa, Gianni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce, consorzio di Comuni che amministra oltre 100 beni confiscati ai clan nel Casertano. “Fortunato Zagaria – ha ricordato Allucci – partecipava sempre alle riunioni del Consorzio ed era sempre pronto a chiedere i fondi per il riutilizzo dei beni confiscati”. La prossima udienza è prevista per il 9 marzo.