L’Ispettorato del lavoro di Caserta ha coordinato – nell’ambito del Progetto multiagenzia A.L.T. Caporalato D.U.E., finanziato dal fondo Politiche migratorie 2020 del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali – un’attività di vigilanza condotta da task force composte da personale degli ITL di Caserta, Napoli e Roma e da Carabinieri del N.I.L. dell’I.T.L. di Caserta, con la partecipazione dei mediatori culturali dell’O.I.M. e con il supporto logistico delle locali stazioni dei Carabinieri, nonché del personale ispettivo dell’INPS, dell’INAIL e dello Spesal della locale A.S.L.
L’attività di vigilanza, volta a contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo nel settore manifatturiero, si è svolta nell’arco della settimana dal 6 al 12 febbraio nei territori dell’agro-aversano e dell’agro-atellano e nella zona di San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico.
Delle 11 aziende manifatturiere ispezionate, addette ad attività di calzaturificio, confezionamento abiti, confezionamento prodotti alimentari e smistamento di abiti usati, nove non sono risultate in regola con la normativa in materia di rapporti di lavoro e legislazione sociale. In particolare, in un’azienda di confezionamento abiti, su 35 lavoratori rinvenuti 20 sono risultati in nero.
Durante le verifiche sono state controllate le posizioni lavorative di 129 lavoratori e sono stati emessi 5 provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di altrettante aziende per la presenza di lavoratori in nero.
Per tutti i lavoratori sono in corso gli accertamenti per irregolarità in materia di orario di lavoro e sicurezza sui luoghi di lavoro, tra le quali l’omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale, omesse formazione e visite mediche.
Sono state, inoltre, verificate le posizioni di 10 lavoratori provenienti da Paesi Extra-UE.
Ancora in corso accertamenti per verificare possibili situazioni di sfruttamento ex art. 603 bis c.p.
Immagine di repertorio