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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Non cala la tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove nella notte sei agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti da due detenuti extracomunitari che, dopo aver dato fuoco alla propria cella – il rogo è stato spento – sono stati portati in infermeria; durante il trasporto, i due reclusi si sono scagliati addosso ai poliziotti mettendo a soqquadro sia la sezione che l’intero corridoio. Sono stati infine denunciati all’autorità giudiziaria, e della vicenda è stato informato il provveditore regionale.

Tre agenti sono finiti in ospedale per le ferite riportate, uno con un trauma cranico riportato con un sgabello lanciato da un detenuto, mentre altri tre sono stati refertati e dimessi. In una nota congiunta, i sindacati delle polizia penitenziaria, in particolare l’Uspp, l’Osapp, il Sinappe, Cisl, Uil e Cnpp, affermano che “il personale è stanco di subire aggressioni, per poi venire anche inquisito per tortura; i torturati siamo noi della polizia” dicono, riferendosi all’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha indagato 57 agenti della penitenziaria per i reati di tortura e abuso di potere, in relazione ai presunti pestaggi dei detenuti avvenuti nel carcere di Santa Maria il sei aprile scorso, durante l’emergenza Coronavirus. “Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e dalla politica” dice l’assistente capo della penitenziaria Gaetano Napoleone, che ricorda come ieri il vice-capo del Dap Tartaglia fosse atteso in carcere ma non è venuto. I sindacati hanno proclamato l’astensione delle mensa, e hanno indetto una manifestazione fuori al carcere per il 19 giugno prossimo per dire “giu’ le mani dalla polizia penitenziaria”.