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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Caserta Decide.

La notaOggi si è dibattuto in aula del nuovo piano parcheggi della città di Caserta, affidato ad un’azienda tramite un project financing di 40 milioni di euro, valido per dieci anni con opzione di rinnovo per altri dieci. Il nostro Consigliere, Raffaele Giovine, è intervenuto in aula sottolineando una serie di questioni per noi fondamentali. Innanzitutto, una questione di metodo: il dibattito, per come è stato impostato, non può produrre nulla di utile: non c’è possibilità di votare atti e soprattutto, in aula, durante il dibattito circa un progetto così importante, non sono presenti né il dirigente, né il concessionario e nemmeno il responsabile del procedimento. Sul tema, le questioni sono molte. A Caserta, c’è un problema enorme sulla questione della mobilità. Non abbiamo ancora il PUMS, il cui studio è stato già pagato dal Comune, progetto che attendiamo di avere da ormai 3 anni; non abbiamo studi o analisi sullo stato dell’arte dei flussi della mobilità; non abbiamo uno studio sulle necessità di spostamento dei cittadini; non abbiamo uno studio sulle linee dei bus ma procediamo a cambiare le linee dall’8 gennaio scorso; non abbiamo uno studio sulle piste ciclabili ma procediamo a costruirne sempre di più senza un progetto unico; non abbiamo uno studio ma apriamo nuove aree pedonali o a traffico limitato; abbiamo due parcheggi importantissimi per la città, Pollio e 4 Novembre, chiusi nonostante, soprattutto nell’ultimo caso, la gara sia stata affidata a marzo 2022. Noi, oggi, dibattiamo di un progetto di attuazione di un pezzo importante della mobilità senza avere un piano complessivo. Dov’è finito il PUMS della nostra città, unico strumento che serve per poter attuare qualsivoglia azione sulla mobilità? Che ratio c’è dietro le azioni dell’amministrazione? Dobbiamo constatare, allora, che il PUMS esiste già, ma non è pubblico, ed è solo nella testa di chi amministra che, de facto, programma già la mobilità senza però alcuno studio analitico. Un’ulteriore questione: il rinnovo per altri dieci anni del contratto può non avvenire solo nel caso in cui ci sia la volontà dell’amministrazione di internalizzare il servizio. Questa clausola, presente nei contratti per i parcheggi da sempre nella nostra città, non viene mai applicata. Perché il Comune non internalizza il servizio, nonostante il contratto preveda che oltre il 60% delle entrate del servizio vadano al privato?  Qual è lo studio economico dietro la scelta di esternalizzare il servizio mettendo a rischio le casse del Comune? In ultimo: il servizio, la cui partenza era prevista a settembre, continua a funzionare a singhiozzo. Gli ausiliari continuano a non poter far multe; non si può ancora pagare con carta; tutti i servizi affini, tra cui sistemazione di segnaletica orizzontale e verticale, ancora non sono stati attuati, in un contesto di totale assenza di un cronoprogramma per l’attuazione del progetto. Perché? Chi è il responsabile?