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Caserta – L’indignazione della città sullo stato di degrado di piazza Carlo III ha raggiunto, dopo mesi, le stanze in cui nei giorni scorsi si è deciso di intervenire. E così, ieri,  gli uomini e i mezzi della Ecocar hanno ripulito la piazza antistante la Reggia da cumuli di immondizia d’ogni tipo. Un lavoro urgente che la ditta preposta alla pulizia ordinaria della piazza ha portato avanti per ore, nonostante rimuovere materassi, coperte e ciarpame d’ogni tipo esulasse dalle proprie competenze.

Uno sforzo che, seppure ha cancellato lo scempio che si presentava agli occhi dei visitatori del monumento tra i più visitati d’Italia, sembrerebbe destinato a durare poco se, come affermano in tanti a Caserta e come confermano gli operatori della Ecocar, non si trova la giusta e dignitosa collocazione ai senza tetto che da mesi occupano la piazza.

La ripulita data alla piazza che collega la stazione ferroviaria alla Reggia rasserena poco anche i tanti che segnalano con altrettanta forza e da altrettanto tempo il degrado dell’intera città e delle sue frazioni.

Un urlo di protesta che risuona soprattutto sui social, luogo oramai deputato anche al dialogo tra cittadini e istituzioni, e dove con tanto di reportage fotografici si sollecita l’intervento dell’Amministrazione comunale anche lì dove i riflettori della Reggia sono lontani.

Ed proprio alla Reggia, invece, che l’attenzione continua a concentrarsi: a nulla sono servite, infatti, le dichiarazioni dei referenti Reggia sulle lungaggini burocratiche che rallenterebbero le procedure di affidamento ad una nuova ditta incaricata della manutenzione Parco.

Perché si ritiene paradossale lasciare morire senza acqua piante monumentali di valore inestimabile lì dove il Vanvitelli  riuscì a garantire un fiume dedicato grazie ad un’opera colossale come l’Acquedotto Carolino.

Paradossale anche che, proprio nelle vasche monumentali della via d’acqua vanvitelliana si riforniscono da sempre i velivoli antincendio per far fonte alle emergenze del territorio.

Paradossale anche che un direttore della Reggia come Mauro Felicori, che pure tante sinergie è riuscito ad attivare intorno al bene Reggia, non abbia provveduto ad allertare chiunque fosse in grado di rimboccarsi le maniche per garantire la sopravvivenza del monumento Parco e Giardino Inglese della Reggia.

Tutte considerazioni che si affastellano da mesi sulle pagine di facebook, compresa quella che nei giorni scorsi  suggeriva di allertare l’Unesco affinché intervenisse sui responsabili dello scempio perpetrato fuori e dentro la Reggia.