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Caserta – Venerdì 30 marzo, ore 21:00, all’interno della rassegna Jarmusch Club nello Spazio X, Caserta sarà “invasa” dalla world music romagnola con Supermarket. Temi e ritmi immaginari da tutto il mondo della cosiddetta world music, dall’imprintig “solare”, ispirati a una riviera decadentissima e kitsch, forse anch’essa immaginaria, in quanto frutto della fantasia di gente dell’Appennino, che in genere non va al mare, e non sa neanche nuotare.

Supermarket è sinonimo di marchetta musicale. La sigla nasce infatti attorno al 2010, quando il chitarrista Alfredo Nuti Dal Portone, perseguitato dalla situazione storica e da un penoso stato di povertà, muove i primi passi attraverso il sogno di un arricchimento facile, e del successo sicuro. Fu un senso innato per gli affari, dunque, ad orientare le sue prime scelte in direzione di un nucleo totalmente improvvisativo, completamente casuale e senza repertorio, ricco di suggestioni provenienti da generi che non conosceva affatto.

Calypso, cumbia, mariachi, manouche e tango, uniti al jazz, all’improvvisazione radicale e alla no wave – nello spirito, infine, della musica solare – questa prima formazione dei Supermarket, sempre diversa (dal duo all’ottetto, e oltre), ebbe subito generosi riscontri live e si caratterizzò per il numero sconsiderato dei musicisti di volta in volta coinvolti. Si arrivano a contare dieci batteristi e almeno altrettanti bassisti; dei fiati si è perso il conto – conditio sine qua non, comunque, che gli interpellati fossero svelti di musica e di comprendonio, poco esosi, e in generale non rompipalle. Nonostante alcune evidenti impossibilità nella gestione artistica, arrivate anche a risultati esecrabili (il leader stesso, per esempio, è stato sostituito un paio di volte da musicisti “equivalenti”), questa primigenia confusione è stata, a conti fatti, un laboratorio sperimentale di grande valore per le evoluzioni future del progetto.

Una lista sommaria degli amici che negli anni hanno prestato il loro contributo a questa “cosa” sarebbe enorme e rappresentativa di una scena strumentale cooperante, romagnolissima, e in continua evoluzione, di cui questo nucleo “energetico” è stato un importante centro di smistamento e – perché no? – di “passatempo” (vi si trovano nomi coinvolti poi in Sacri Cuori, Opez, Ronin, C’mon tigre, Action Man, Giacomo Toni, NicoNote, Duo Bucolico, solo per renderne la varietà).
Costruendo più che dei brani, dei presupposti per cui ciascuno potesse fare quel che voleva, in assoluta libertà, si sono visti, di volta in volta, batteristi metal assieme a saxofonisti be bop, virtuosi di accademia assieme a punkettoni senza pietà, piano baristi, intellettuali snob e rudi bestie di montagna, in un reciproco e fecondo detestarsi, allegro e positivo.

Così, nel tempo, si è potuti uscire da questo stato di anarchia totale con le idee più chiare e arrivare alla nomina di un quartetto all’incirca stabile (una band: Alfredo Nuti dal Portone alle chitarre, Marcello “Gianduia” Detti agli ottoni, Roberto Villa al basso e contrabbasso, Daniele Marzi alle percussioni), e alla stesura di un repertorio originale più articolato, senza pregiudiziali di alcun tipo, quindi antistorico, che cerca di sintetizzare parte di questa esperienza creativa, potendo con classe, altrimenti senza. World music romagnola, appunto: temi e ritmi immaginari da tutto il mondo della cosiddetta world music, dall’imprintig “solare”, ispirati a una riviera decadentissima e kitsch, forse anch’essa immaginaria, in quanto frutto della fantasia di gente dell’Appennino, che in genere non va al mare, e non sa neanche nuotare. Il miglior calypso della riviera viene dalla montagna!

Al secondo titolare della band, Marcello “Gianduia” Detti estremamente ricco, si deve infine l’approdo a quell’attitudine cabarettistica delirante grazie alla quale il gruppo si è evoluto in una mini orchestra spettacolo a tutti gli effetti, con all’attivo centinaia di esibizioni l’anno nelle location più diverse (dai club tipicamente “indie” a Umbria jazz, con una particolare predilezione per le cerimonie, dove la gente è meno incline al risparmio) e migliaia di copie di un demo, vuoto, vendute. Tale prodotto alieno ha un target di pubblico essenzialmente fondato su giovani vecchi dentro e anziani con la sindrome di Peter Pan, questo spiega la sua versatilità. Sommando lauree e diplomi è il quartetto più colto dell’Europa sudorientale. Portobello è il loro primo album ufficiale.