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Caserta – Un’urgenza generazionale, sociale, di una società e di un Paese in cui ci hanno costretto a vivere. In un momento in cui la parola emigrazione è così tragica e reale, saremo catapultati con L’Uomo nel Diluvio  in un’impresa umana in scena sabato 10 marzo (ore 21) e domenica 11 marzo (ore 19). Al Teatro Civico 14, Simone Amendola Valerio Malorni racconteranno l’odissea di una storia individuale che si trasforma in una storia collettiva. Uno spettacolo che riesce a descrivere l’Italia di oggi con parole dell’Italia di oggi. Senza vittimismi, ammiccamenti, sotterfugi, sconti a niente e nessuno. Un piccolo capolavoro. Un “one emigrant show” duro, ironico, schietto che ci restituisce ciò che di più importante la crisi ci ha portato via: l’umanità.

A tracciare la linea sottile che separa la verità della persona da quella del personaggio, il racconto di un giovane attore/padre/uomo italiano, interpretato dallo stesso Valerio Malorni, che diventa il racconto di un qualsiasi mestiere/padre/uomo del presente globale e disumanizzante. Lo spettacolo nasce dall’incontro con un’immagine in un libro per bambini, dove vi è raffigurata la moglie del patriarca di fronte alla porta di casa nell’atto di mangiarsi le unghie. Il marito, impegnato nella costruzione dell’arca, le ha chiesto di scegliere ciò che intende salvare dal diluvio, ma lei, di fronte all’uscio di casa, non entra, indugia. Da quell’incertezza prendono forma i primi minuti della messinscena. Poi accade qualcosa. Il 3 dicembre del 1872 George Smith, assirologo che campava incidendo banconote, si presenta all’assemblea annuale di studi biblici di Londra con una scoperta sensazionale. Aveva decodificato una tavoletta ritrovata vent’anni prima dall’archeologo Rawlinson. Quella pietra sarebbe stata la chiave di volta per fare emergere una storia sepolta tra il Tigri e l’Eufrate. Un diluvio piovuto sulla vita di un uomo migliaia di anni prima di quello biblico. Un uomo a cui non fu Dio a dire di partire, ma un sogno. D’improvviso davanti alle parole di Smith agli astanti apparve chiaro che il diluvio fosse davvero universale. Non un’altra prova dell’esistenza di Dio, ma dell’uomo.

Nel luglio 2013 L’UOMO NEL DILUVIO ha esordito al Festival di Santarcangelo, come primo studio di 20’, tra i 10 finalisti del Premio Scenario (selezionati su circa 200 spettacoli). A gennaio e febbraio 2014, come secondo studio di 70’, è stato presentato a Napoli e a Roma presso gli spazi Interno 5 e Carrozzerie n.o.t. L’11 aprile, invitato dalla direzione artistica de La Piccionaia di Vicenza, lo studio finale dello spettacolo è stato presentato a Mirano presso il Teatro di Villa Belevedere. Il 30 maggio, a Firenze, L’UOMO NEL DILUVIO ha vinto (su 320 spettacoli) il Premio di distribuzione nazionale In-Box 2014, per il sostegno alla circuitazione del nuovo teatro.

Il Teatro Civico 14 propone l’ultimo appuntamento dedicato ad attori e performers in formazione, dal titolo Attore/Autore >< Autore/Attore. Simone Amendola e Valerio Malorni racconteranno la loro esperienza performativa ed autoriale.  L’incontro si terrà domenica 11 marzo alle ore 17:00, modererà Alessandro Toppi (Il Pickwick), libero ingresso con prenotazione obbligatoria (scrivere a [email protected]) fino ad esaurimento posti. 

Simone Amendola è un cineasta e drammaturgo. Nel 2016 ha presentato il suo ultimo documentario ‘Zaza, Kurd’ alla 73° Mostra del Cinema di Venezia. Per i suoi lavori ha ricevuto diversi riconoscimenti, oltre a quelli per gli spettacoli teatrali, tra cui il Premio Ilaria Alpi (2010) per il documentario narrativo e Premio Solinas (2014) per la sceneggiatura. Tra i suoi film Alisya Nel Paese Delle Meraviglie, presentato in oltre 50 festival e più volte trasmesso dalla Rai, che ha contribuito a far emergere con poesia, il mondo delle seconde generazioni.