- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Napoli – Sono diciannove le anomalie riscontrate dai professionisti dell’Emme-Team (gruppo di studi legali americani ed europei che si batte contro il Revenge porn) in seguito all’analisi dell’iphone e dell’Ipad di Tiziana Cantone, la 31enne che si sarebbe tolta la vita il 13 settembre 2016 in una abitazione di Mugnano (Napoli) dopo la diffusione virale di alcuni suoi video privati. Anomalie relative al periodo in cui gli apparecchi, sequestrati la sera stessa del fatto, erano in custodia alla polizia giudiziaria, ovvero ai carabinieri, che li “aprirono” e li analizzarono fornendo poi le proprie conclusioni alla Procura di Napoli Nord, che archiviò la prima inchiesta per istigazione al suicidio.

Le 19 anomalie hanno convinto la Procura diretta da Francesco Greco a percorrere un nuovo filone di indagine, quello della frode processuale, per ora a carico di ignoti, ovvero della manomissione dei dati contenuti nei due apparecchi in uso a Tiziana, che secondo l’Emme-Team e l’avvocato italiano che ne fa parte, Salvatore Pettirossi, legale di Teresa Giglio, madre di Tiziana, avrebbe compromesso la bontà delle indagini, impedendo di scoprire la verità sulla morte di Tiziana e su chi possa essere stato a diffondere i video che la ritraevano.

Tra le anomalie accertate, che avrebbero ridotto i due apparecchi ad una tabula rasa, quella relativa (anomalia contrassegnata con il numero tre) all’intera cronologia eventi e browser internet dell’IPad, che era vuota, “come se per tutto il tempo (anni) in cui è stato nella disponibilità di Tiziana Cantone, non sia mai stato utilizzato o connesso al web. E’ stato in seguito possibile dimostrare che l’attività era presente e che è stata cancellata”. L’Ipad usato da Tiziana Cantone è stato poi “restituito alla madre, con la totale assenza di messaggi, rubrica e account per l’utilizzo del dispositivo stesso (anomalia 4)”; è stata accertata “la totale assenza di messaggi, video, musica e attività connessa con Itune nell’Ipad per anni utilizzato da Tiziana Cantone” (anomalia numero 4).

Dal controllo della Mappe e della posizione del dispositivo nel tempo, si è altresì appurato la mancata presenza di attività, malgrado questo dispositivo fosse stato usato da Tiziana Cantone per  svariati anni” (anomalia numero 8). Malgrado inoltre la cronologia web risultasse assente, “alla riapertura di Safari, il browser internet usato da Tiziana Cantone, sono comparse 4 pagine web, ma nessuna nei mesi prima della morte di Tiziana. Unica spiegazione logica e tecnica è che la cronistoria sia stata volontariamente cancellata. Azione che non può di certo avvenire in automatico da parte del sistema” (anomalia 9).

Dal controllo dei Log, quando l’Ipad era in possesso ed in uso a Tiziana Cantone, è possibile notare come questa ne fece uso durante il giorno della morte, includendo le 4 pagine web riscontrate. Pertanto, questa anomalia (numero 12, ndr) va a confermare che la non presenza di cronologia internet, l’assenza di messaggi, di utenti registrati in rubrica o attività delle applicazioni caricate nel dispositivo, è per definizione una cancellazione volontaria dei dati”. C’è l’anomalia numero 15, secondo cui “l’attività irregolare riscontrata è confermata in modo definitivo dall’analisi delle sole 12 fotografie trovate nel dispositivo. Viene fatto notare che un Ipad, come ogni altro dispositivo Apple, crea una sequenza titoli da 0001 in crescendo, per quanto riguarda le immagini. Pertanto, la foto 001 è la più risalente. Ma ciò non corrisponde nel caso di specie, tanto che una foto del 2008 è intitolata 0004. Ciò si concretizza in un’anomalia ed in una manipolazione poichè quanto trovato non rispecchia il sistema operativo del dispositivo ed è per  definizione è un intervento esterno. Si fa anche notare che risulterebbero comunque mancanti le foto 009, 0014 e 0015”.

Altra anomalia, la numero 18, riguarda la sim in uso alla Cantone. “Secondo quanto riportato dagli stessi Carabinieri, la SIM originale Vodafone fu sequestrata unitamente con l’Iphone di Tiziana Cantone, in una busta separata, una volta estratto dal dispositivo per essere fotografata e inserita nel fascicolo fotografico. Ma lo stesso dispositivo, quando fu restituito alla Signora Giglio aveva al suo interno una Sim bianca (o vuota) e non quella indicata nei due documenti della polizia giudiziaria”.