Proseguono le indagini di polizia e carabinieri su Emanuele De Maria, il detenuto del carcere di Bollate (Milano) che lavorava in un albergo di Milano dove ha accoltellato un collega e da dove è sparita una barista trovata poi morta, forse per mano di De Maria che ieri si è ucciso gettandosi dal Duomo.
Da chiarire, in particolare, c’è ancora il movente dell’agguato davanti all’hotel in un cui è rimasto ferito in modo grave Hani Nasr, cittadino egiziano di 51 anni e suo collega. L’uomo deve ancora essere ascoltato dagli investigatori ma, secondo una prima ipotesi, potrebbe averlo aggredito per vendetta perché aveva consigliato alla barista, la 50enne di origini cingalesi Chamila Wijesuriya, di smettere di frequentare lui che nel 2016 a Castelvolturno (Caserta) aveva già ucciso una donna. Rimane l’ipotesi che la barista avesse una relazione col ferito. Come anche che De Maria volesse impedirle di vedere altri uomini e lei avesse deciso di allontanarlo.
Gli inquirenti stanno anche ricostruendo gli spostamenti dell’uomo e quello che ha fatto tra l’aggressione all’hotel di sabato mattina e il momento in cui è salito in cima al Duomo e si è suicidato lanciandosi dalle terrazze.
Il suo cellulare non è ancora stato trovato, mentre quello della vittima è stato recuperato. Anche il coltello usato nell’agguato di sabato, trovato sul posto e sequestrato, verrà ora confrontato con le lesioni e le tracce sul corpo della donna uccisa, che presenta due lesioni al collo e due ai polsi, per verificare se sia la stessa arma.
Da chiarire, in particolare, c’è ancora il movente dell’agguato davanti all’hotel in un cui è rimasto ferito in modo grave Hani Nasr, cittadino egiziano di 51 anni e suo collega. L’uomo deve ancora essere ascoltato dagli investigatori ma, secondo una prima ipotesi, potrebbe averlo aggredito per vendetta perché aveva consigliato alla barista, la 50enne di origini cingalesi Chamila Wijesuriya, di smettere di frequentare lui che nel 2016 a Castelvolturno (Caserta) aveva già ucciso una donna. Rimane l’ipotesi che la barista avesse una relazione col ferito. Come anche che De Maria volesse impedirle di vedere altri uomini e lei avesse deciso di allontanarlo.
Gli inquirenti stanno anche ricostruendo gli spostamenti dell’uomo e quello che ha fatto tra l’aggressione all’hotel di sabato mattina e il momento in cui è salito in cima al Duomo e si è suicidato lanciandosi dalle terrazze.
Il suo cellulare non è ancora stato trovato, mentre quello della vittima è stato recuperato. Anche il coltello usato nell’agguato di sabato, trovato sul posto e sequestrato, verrà ora confrontato con le lesioni e le tracce sul corpo della donna uccisa, che presenta due lesioni al collo e due ai polsi, per verificare se sia la stessa arma.
