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Avrebbero rubato veicoli agricoli in aziende del Casertano estorcendo poi cospicue somme di danaro ai proprietari dei mezzi, per un totale di circa 100mila euro, attraverso il cosiddetto “cavallo di ritorno“.
È l’accusa contestata a quattro persone, cui i carabinieri hanno notificato le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta); un indagato è finito in carcere, un secondo ai domiciliari mentre per gli altri due coinvolti il gip ha disposto la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Dalle indagini, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e realizzate dai carabinieri della stazione di Grazzanise con il supporto dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, è emerso che la banda (a tre indagati è stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata ai furti e alle estorsioni) avrebbe commesso almeno undici furti di veicoli agricoli, mentre gli episodi estorsivi sarebbero quattordici; in tali circostanze gli indagati, dopo aver rubato i mezzi, avrebbero contattato i proprietari degli stessi chiedendo somme dai 4mila euro ai 10mila per restituire il veicolo. Gli inquirenti hanno ricostruito il modus operandi del gruppo, attraverso l’analisi delle telecamere di videosorveglianza e intercettazioni, riuscendo ad individuare l’azienda dismessa dove venivano nascosti i veicoli agricoli rubati; gli indagati, è emerso, nelle conversazioni intercettate usavano un linguaggio criptico, riferendosi ai veicoli rubati con espressioni come “partita di bufala”, “la legna”, “pastina di mele”.