Nei prossimi giorni inizierà il processo ed io sono sereno, ansioso di dimostrare la correttezza del mio operato e fiducioso nella Magistratura.
Dimostrerò che ogni notizia da me riferita alla popolazione era assolutamente vera, che vi era un interesse pubblico alla sua conoscenza e che ho usato espressioni non aggressive, senza peraltro mai nominare nessuno per rispetto delle altre persone coinvolte nelle sgradevoli vicende di cui ho parlato nell’esercizio legittimo della mia critica politica.
Come tutti sanno, la competizione elettorale a Cervino è particolarmente aspra, e dai palchi dei comizi a volte si usano espressioni dure, da parte di tutti gli schieramenti, nessuno escluso. Eppure mai nessuno prima d’ora si era recato dai carabinieri a sporgere una querela per diffamazione, neppure chi ne avrebbe avuto davvero diritto, come se ci fosse da sempre tra tutti i nostri candidati una tacita intesa che la volontà del popolo avrebbe lavato ogni ferita all’orgoglio.
Il De Lucia, invece – a mente fredda, perché dopo quasi tre mesi dai fatti – ha voluto far partire un procedimento penale il cui oggetto sarà anche una discussione pubblica su alcune vicende personali molto tristi, e sul se il popolo abbia il diritto a conoscere anche aspetti della sfera privata di un soggetto pubblico che li rappresenta, che amministra il loro denaro e che si candida a continuare a rivestire una carica pubblica.