Tempo di lettura: 4 minuti

I garanti dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, e il Garante dei diritti dei detenuti della Provincia di Caserta, Don Salvatore Saggiomo, intervengono con fermezza in merito al tragico decesso del detenuto Sylla Mamadou Khadialy, avvenuto presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Sylla Mamadou, fermato il 25 settembre 2025 per presunte violazioni penali, si trovava al momento dell’arresto in uno stato di evidente agitazione psicomotoria. Dopo il fermo, il giovane è stato trasferito presso il pronto soccorso dell’ospedale di Caserta dove, secondo alcune dichiarazioni, sarebbe stata somministrata una terapia farmacologica, presumibilmente un sedativo lo stesso giorno del trasferimento al carcere di Santa Maria Capua Vetere.
A seguito di questi eventi, il Garante dei Diritti delle Persone Private della Libertà della Provincia di Caserta ha effettuato una visita presso la struttura penitenziaria per verificare quanto accaduto e raccogliere informazioni.

È emerso che al momento dell’ingresso in carcere Sylla Mamadou presentava uno stato di dissociazione dalla realtà, manifestando una forte agitazione e atteggiamenti aggressivi verso chiunque si avvicinasse. Per motivi di sicurezza è stato posto in isolamento nella cella di matricola, ma ogni tentativo di avvicinamento da parte del personale sanitario o penitenziario veniva respinto con violenza.
Si è tentato anche un approccio mediato da un altro detenuto, ma anche questa iniziativa è risultata infruttuosa a causa dell’eccessiva agitazione del giovane. Secondo il medico psichiatra dell’istituto, le condizioni di Mamadou erano tali da rendere inefficace una sedazione immediata in carcere, e sarebbe stato necessario un trasferimento in una struttura ospedaliera specializzata in emergenze psichiatriche acute. È stato quindi richiesto l’intervento del 118, ma la procedura di Trattamento Sanitario Obbligatorio non è stata attuata. Il personale sanitario ha somministrato farmaci, ma il medico penitenziario non è stato informato né sulla tipologia né sul dosaggio, e rimane poco chiaro come il detenuto sia stato dimesso dall’ospedale, nonostante fosse ancora in stato di alterazione e aggressività; durante il periodo di ricovero, durato circa otto ore, non risultano documentate con chiarezza le modalità di monitoraggio e i trattamenti effettuati”. Così il Garante Casertano Saggiomo
La TAC eseguita sarebbe risultata negativa, ma permane il dubbio sulla reale possibilità di effettuare un esame così complesso su un paziente in forte stato di agitazione.
Ulteriore elemento di criticità è la chiusura da mesi dell’infermeria all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere, situazione che ha gravi ripercussioni sia sui detenuti, privi di accesso tempestivo a cure e terapie, sia sul personale penitenziario, che si trova in difficoltà nella gestione delle emergenze sanitarie.
A seguito dell’intervento e della visita effettuata presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere dal Garante delle persone private della libertà personale della provincia di Caserta, il Garante regionale Ciambriello è prontamente intervenuto, indirizzando una comunicazione alla direttrice dell’istituto penitenziario e al responsabile della direzione sanitaria.
Nella nota, il Garante ha richiesto puntuali chiarimenti in merito alla situazione, formulando la seguente istanza:
Chiedo di conoscere con urgenza gli eventi che si sono susseguiti a partire dal momento del suo ingresso in Istituto, quando è stato visitato dal medico presente in carcere, lo stato psico-fisico in cui è arrivato, e se sono state utilizzate misure di contenimento. Quali sono state le cause accertate al momento della dichiarazione del decesso. Inoltre chiedo di conoscere se sia stato applicato il protocollo per le lesioni di dubbia origine, che attraverso l’utilizzo di fotografie testimonia le eventuali lesioni del detenuto. Un protocollo che credo sia stato accettato e firmato, in caso contrario vorrei avere notizie in merito”.
Il decesso di Sylla Mamadou rappresenta un evento gravissimo che impone una riflessione profonda. I garanti richiedono chiarezza e trasparenza sulle procedure adottate, una verifica rigorosa delle responsabilità, la riapertura immediata dell’infermeria penitenziaria e l’applicazione rigorosa dei protocolli per il rilevamento e la documentazione delle lesioni di dubbia origine.
Chiediamo con forza verità, giustizia e rispetto affinché episodi come questo non si ripetano mai più. È urgente che si intervenga con responsabilità per garantire che nessun altro entri in carcere per non uscirne vivo”. Così Ciambriello e Saggiomo.