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Dalla teoria alla pratica. La Coldiretti Caserta comunica che, facendo seguito a quanto stabilito nel corso del tavolo verde in Regione, è partito il monitoraggio dell’Ente di Palazzo Santa Lucia per valutare gli eventuali danni da inquinamento ambientale subiti dalle aziende agricole interessate dal rogo di rifiuti delle zone di Teano e Riardo”.

Una richiesta avanzata nelle ore del rogo dal presidente di Coldiretti Caserta Enrico Amico preoccupato dai dati diffusi dall’Arpac che confermavano un aumento dei valori di inquinamento dell’aria della zona investita dai fumi dell’incendio: “Purtroppo -spiega- non è finita. Infatti, poco prima delle ore 8 di stamattina (martedì 9 settembre 2025 ndr), è scattato un nuovo allarme rogo. L’immenso cumulo di rifiuti ha ripreso a fumare. Anche a distanza ragguardevole e fuori dall’area sottoposta a sequestro, cinta da un nastro segnaletico, si avverte un forte e disturbante odore acre che resta impregnato sui volti e sulle braccia di quanti arrivano sul posto”. Ricordiamo che si tratta di una coda dell’incendio del 16 agosto 2025 che ha coinvolto l’azienda di stoccaggio rifiuti Campania Energia di Teano. Le fiamme hanno investito un cumulo di 40mila metri quadrati di materiale speciale andato in fiamme, soprattutto plastica e che non può restare senza colpevoli.”

In attesa di conoscere i primi dati dal monitoraggio della Regione Campania, la Coldiretti Caserta ricorda anche: “Siamo dalla parte degli agricoltori della zona e dei cittadini costretti a respirare un’aria che diventa sempre più da monitorare. Siamo pronti a costituirci parte civile al fianco delle Istituzioni nei procedimenti che saranno avviati per stabilire i colpevoli di tale disastro e per consentire agli agricoltori che hanno subito danni di vedere riconosciuti i propri diritti” prosegue il presidente di Coldiretti Caserta Enrico Amico.

“Fortunatamente -conclude Amico- nei dintorni dello stabilimento di Teano la maggior parte delle coltivazioni riguardano frutta a guscio come le nocciole che non rischiano l’inquinamento da microplastica, nei pressi di Riardo invece ci sono coltivazioni di mais per Insilati e siamo anche al limite della zona di coltivazione delle mele annurche”.