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Caserta – Dopo la tesa riunione di giugno, è tornato a riunirsi il Consiglio Provinciale di Caserta, ultima seduta prima delle elezioni del prossimo 12 ottobre, quando sindaci e consiglieri comunali di Terra di Lavoro eleggeranno il nuovo presidente e i 16 componenti dell’Assise. Il Consiglio si è riunito nella sede nuova dell’Ente in zona Saint Gobain, periferia di Caserta, mentre è rimasta chiusa la sede storica di Corso Trieste, in pieno centro, dove pure nel giugno scorso si era tenuta la tesissima riunione del Consiglio, caratterizzata dalle proteste dei dipendenti di Terra di lavoro Spa, la società della Provincia, che chiedevano lumi sul futuro.

L’Ente provinciale è infatti in profonda crisi finanziaria dopo aver dichiarato il dissesto nel novembre del 2015; nei primi mesi di quest’anno, con le casse ormai vuote anche a causa dei prelievi forzosi per decine di milioni di euro operati dal Governo, il presidente della Provincia Silvio Lavornia, che è entrato in carica nel settembre 2016 dopo l’arresto dell’ex presidente Angelo Di Costanzo, è stato costretto a chiudere la sede storica di Corso Trieste; intanto la mancanza di fondi ha reso impossibile proseguire la manutenzione della strade provinciali e delle scuole superiori del Casertano, attività che venivano effettuate proprio dai dipendenti di Terra di Lavoro; per i 64 addetti della partecipata si prospetta un fututo denso di ombre, con possibili licenziamenti nel caso in cui la Provincia non riprenda a svolgere con regolarità le attività di manutenzione. Ma intanto oggi il Consiglio ha approvato all’unanimità tutti i punti all’ordine del giorno, tra cui la delibera che conferma la partecipazione proprio nella società Terra di Lavoro, e nell’altra partecipata Gisec e al Patto Territoriale Innovazione e Sviluppo; l’Ente ha dismesso altre partecipazioni, come quelle nella Banca Etica o nelle Fondazioni “Casa Hirta” e “Buco” e nel Consorzio per l’Aeroporto Salomone di Grazzanise.

Il Consiglio ha poi dato poi il via libera al polo tecnologico di San Tammaro, che consentirà alla Provincia di svuotare parte delle discariche di Marruzzella, recuperando il 30% dei volumi dei cosiddetti panettoni di immondizia, e di avere un’autonomia nello smaltimento dei rifiuti per i prossimi 10 anni. “Un risultato storico – dice Lavornia – perché erano anni, dal 2009, che il progetto era fermo in un cassetto nonostante un finanziamento di 20 milioni di euro concessi dal dipartimento nazionale della Protezione Civile. Presto si dovrebbero aggiungere altri 10 milioni concessi dalla Regione Campania così come stabilito nell’intesa da me siglata la scorsa settimana in Regione con il Vice-presidente Bonavitacola.