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Conti correnti e disponibilità finanziarie per quasi 4 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Napoli alle due figlie dell’imprenditore Ciro Giordano, morto nel 2017, che per la magistratura antimafia avrebbe avuto legami d’affari con i Casalesi e i clan partenopei riuniti negli anni scorsi nella cosiddetta Alleanza di Secondigliano, soprattutto i Contini. I finanzieri hanno eseguito il provvedimento di prevenzione patrimoniale emesso dall’Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Imprenditore attivo nel settore delle pellicce, Giordano, conosciuto come “Ciruzzo a varchetella”, è stato più volte indagato per i presunti rapporti con i clan, considerato dagli inquirenti antimafia quasi il “banchiere della camorra”, senza però mai essere condannato.

Morì lo scorso anno, mentre era in corso un processo a carico suo e delle figlie per intestazione fittizia di beni; il processo era nato dall’indagine della Dda di Napoli e del Gico della Guardia di Finanza che avevano sequestrato beni per 3,5 milioni di euro intestati all’imprenditore e alle strette parenti, ma riconducibili a loro dire a boss di camorra. Ancora prima, all’inizio degli anni 2000, Giordano fu colpito da altri provvedimenti di sequestro, che gli bloccarono disponibilità per quansi trenta miliardi delle vecchie lire depositate su conti bancari accesi presso istituti di crediti italiani e svizzeri. Da allora Giordano iniziò a spogliarsi dei suoi beni per cederli alle figlie, pensando così di poter salvare il proprio patrimonio. Nel 2011 però, nell’ordinamento italiano è entrata in vigore la norma di legge che permette di sequestrare i beni trasmessi agli eredi quando si tratti cespiti presunto provento di attività illecite, come nel caso di Giordano e delle figlie. Peraltro le figlie dell’imprenditore, è emerso, non hanno un reddito tale da giustificare la disponibilità di conti correnti così cospicui. Per questo è scattato il sequestro di prevenzione.