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La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 48 persone, tra imprenditori privati della sanità, funzionari della Regione Campania, dell’Asl di Caserta e della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, dipendenti ed ex amministratori del Comune di Castel Volturno, tutti indagati a vario titolo per reati di corruzione, falso, indebita induzione, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. L’indagine riguarda gli illeciti che si sarebbero consumati attorno ai lavori di ampliamento del ‘Pineta Grande Hospital’ di Castel Volturno (Caserta), l’unico presidio sanitario del litorale domizio; per la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone, i permessi edilizi relativi all’ampliamento della clinica sarebbero stati illegittimi, e frutto di corruzione posta in essere dal titolare della clinica, il noto imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, nei confronti di dipendenti e amministratori comunali, contraccambiati con assunzioni di parenti presso la clinica Pineta Grande; Schiavone finì ai domiciliari nel gennaio scorso, poi è tornato in libertà.

Tra i funzionari che rispondono di corruzione, anche il dirigente responsabile della Direzione Generale della Regione per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario regionale Antonio Postiglione, il funzionario della giunta regionale Antonio Podda e Arturo Romano, consigliere delegato per i rapporti con il sistema sanitario regionale. Tra gli indagati figurano inoltre l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio, l’ex sindaco di Castel Volturno (Caserta) Dimitri Russo con tutti i suoi ex assessori e consiglieri comunali, il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalità Privata) Sergio Crispino, l’ex dirigente della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, Salvatore Buonomo, trasferito a Potenza nel novembre scorso. Nell’ordinanza di arresto il Gip scrisse che Schiavone avrebbe creato “una serie di relazioni che gli hanno consentito di accedere ai vari livelli istituzionali per ottenere agevolazioni e per soddisfare i propri interessi imprenditoriali ed è persona capace di assoggettare gli uffici pubblici locali alle proprie esigenze personali”.