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Una confessione choc quella resa ai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa dal 35enne di Giugliano in Campania fermato nella notte per l’omicidio del 25enne attivista gay Vincenzo Ruggiero. “Si, l’ho ucciso io Vincenzo Ruggiero, perché aveva una relazione con il mio compagno, poi dopo ho caricato il cadavere in auto e l’ho gettato in mare a Licola per far sparire ogni sua traccia”. Il giovane è stato convocato ieri dai carabinieri e dal pm della Procura della Repubblica di Napoli Nord come persona informata sui fatti, ma dopo qualche ora la sua posizione si è aggravata passando a quella di indagato; messo di fronte agli elementi raccolti dagli inquirenti, il 35enne è crollato raccontando i tragici momenti di quel terribile 7 luglio, quando ha ucciso il suo rivale in amore al culmine di una lite per poi gettarne il corpo in mare. Le ricerche nello specchio di mare antistante Licola, che è comune di Giugliano, vanno tuttora avanti con i mezzi della capitaneria di porto. Ruggiero era stato visto l’ultima volta il 7 luglio scorso. La madre del giovane ne aveva subito denunciato la scomparsa, ma in un primo momento si pensava ad un allontanamento volontario; dell’improvvisa sparizione del 25enne ne aveva parlato anche l’Arcigay di Napoli. I carabinieri guidati dal maggiore Antonio Forte hanno iniziato a monitorare eventuali movimenti di Ruggiero, ovvero a controllare se il giovane avesse prelevato contanti dal suo conto, ma non è emerso alcuna movimentazione; anche il cellulare era muto. Gli inquirenti hanno così iniziato a sospettare che qualcosa non quadrasse; hanno poi scoperto che uno studio privato ubicato di fronte casa di Ruggiero, ad Aversa, aveva la telecamera puntata proprio verso l’ingresso dell’abitazione del giovane, ed hanno passato al setaccio le immagini della serata del 7 luglio: hanno così notato il 35enne mentre si infilava nel portone dell’abitazione di Ruggiero, poi l’arrivo di quest’ultimo, ignaro di andare incontro alla morte. Le telecamere hanno immortalato qualche ora più tardi l’omicida mentre caricava delle valige nella sua auto, e poco dopo mentre trasportata qualcosa di molto pesante, forse il corpo di Ruggiero. E’ stato lo stesso 35enne a raccontare agli inquirenti cosa è accaduto tra il suo arrivo e la partenza da Aversa verso il mare. Il giovane ha atteso Ruggiero, e all’arrivo di quest’ultimo i due hanno iniziato a litigare violentemente per gelosia; ci sarebbe stata una colluttazione durante la quale il 35enne ha spintonato con forza il rivale in amore che è caduto sbattendo la testa contro un mobile appuntito; l’urto avrebbe provocato la morte di Ruggiero. A quel punto l’omicida, invece di chiamare i soccorsi, ha architettato un piano di fuga; ha caricato nella sua auto il corpo e gli oggetti personali della vittima, in modo da accreditare la pista dell’allontanamento volontario, quindi si è diretto verso il mare, a Licola, e vi ha gettato il corpo, facendo poi sparire il cellulare e gli altri oggetti di proprietà di Ruggiero.