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Caserta – Tra dieci giorni i consiglieri e i sindaci della provincia di Caserta voteranno per il rinnovo del presidente e dei consiglieri della Provincia. Un momento di verifica che le forze politiche del territorio si stanno concedendo in vista della chiamata popolare alle urne che, da febbraio in poi, potrebbe scattare in qualsiasi momento per il rinnovo del Governo italiano. E mentre la politica struttura scacchieri di alleanze e contrappesi per la sfida nazionale, i cittadini guardano alle elezioni provinciali con disinteresse e rassegnazione, considerato che non toccherà a loro decidere in cabina elettorale e che chiunque vincerà tra Marino (centrosinistra) e Maglicca (centrodestra) non potrà fare miracoli.

Perché l’arresto del 2016 dell’allora presidente della Provincia Angelo di Costanzo per reati commessi quando era sindaco di Alvignano, si aggiungeva ad una legge di stabilità che dal 2014 ha concesso allo Stato il prelievo forzoso dalle casse delle Province in vista della loro abolizione, lasciando alla Provincia di Caserta solo la gestione di scuole superiori, strade e caldaie a fronte dion circa 100 milioni di euro da dare allo Stato in tre anni e un dissesto finanziario dichiarato nel 2015.

Un dissesto che se fosse stato dichiarato appena un anno prima, avrebbe evitato a Caserta il prelievo forzoso delle somme commisurate al suo reddito, così come pensò bene di fare ad esempio la Provincia di Vibo Valentia. Una cosa è certa: la prima e più urgente gatta da pelare per il futuro Presidente sarà quella della messa a norma i tutte le  scuole superiori della provincia. A rischio la sicurezza e il diritto allo studio. Chi se ne farà carico lo decideranno gli amministratori locali chiamati alle urne perché, secondo quanto prevede la legge  Delrio, quella del 12 ottobre sarà una elezione di secondo livello, ossia indiretta, ed a votare non saranno i cittadini bensì gli amministratori locali.

Per la provincia di Caserta il corpo elettorale è pari a 1200 elettori, corrispondenti ai sindaci e ai consiglieri dei 97 comuni della provincia,  detratti i sette comuni commissariati di Alife, Maddaloni, Orta di Atella, Riardo, San Felice a Cancello, Trentola Ducenta e Vitulazio. Il consiglio provinciale sarà composto dal presidente e da 16 consiglieri.

Le amministrazioni sono suddivise in base alla fascia demografica: ci sono 37 comuni  sotto i 3.000 abitanti (A), 10 comuni tra i 3.000 e i 5.000 abitanti (B), 25 comuni tra i 5.000 e i 10.000 abitanti (C), 21 comuni tra i 10.000 e i 30.000 (D) e 4 nella fascia tra i 30.000 e i 100.000 abitanti (E). Il sistema di voto, vale a dire dell’indice di ponderazione, dipende dal numero della popolazione che ciascun amministratore rappresenta nel suo comune.

Considerato che il voto di un sindaco e di consigliere (dello stesso comune) ha lo stesso valore, per le 37 amministrazioni sotto i 3.000 abitanti varrà 21. L’indice di ponderazione prevede per le altre fasce il valore di 41 per la fascia B, 75 per la C, 100 per la D e 257 per la E. Quindi a Caserta, il capoluogo provinciale, il voto di un amministratore vale 257. Il voto di ciascun elettore è infatti «ponderato», cioè proporzionale al numero di cittadini che il consigliere comunale e il sindaco rappresentano all’interno del corpo elettorale della provincia, in base alla popolazione residente nel comune di appartenenza. Un sistema di voto che fa riferimento alla grandezza del territorio comunale di appartenenza, ciò significa che avrà maggiore incidenza un comune più grande per l’elezione del presidente della Provincia e del Consiglio.

Gli amministratori saranno chiamati ad esprimere una preferenza sul candidato presidente e per un candidato alla carica di consigliere provinciale compreso nella lista, ma si tratta di due voti distinti perché ci saranno due schede elettorali separate e tra quella del presidente e le liste dei candidati consiglieri provinciali non vi è alcun collegamento. Le elezioni del 12 ottobre si svolgeranno dalle 8 alle 20, presso la sede della Provincia, nell’area ex Saint Gobain.