- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta – “Con la morte di Gianroberto Casaleggio è stato difficile sopperire alla sua mancanza, ma ci siamo riusciti e abbiamo portato il Movimento Cinque Stelle al governo“. Così si è espresso, non nascondendo un pizzico di tristezza ma anche di orgoglio, il vice-premier Luigi Di Maio nel corso della testimonianza fornita al Tribunale di Napoli Nord al processo per diffamazione intentato da Gianroberto Casaleggio – proseguito dal figlio Davide dopo la morte del padre – contro l’ex esponente Cinque Stelle e attivista della Terra dei Fuochi Angelo Ferrillo. Il processo è partito nel 2015 in seguito alla querela presentata nel mese di gennaio da Gianroberto Casaleggio, che reagì ad un post apparso nell’ottobre 2014 su Facebook in cui Ferrillo, in una discussione con altri utenti sulla politica, scriveva: “Mi sto preparando a fare le valigie per espatriare visto che il futuro di questo Paese è in mano ad un fallito e truffatore con sede legale a Milano“; dopo la morte del fondatore del Movimento, avvenuta il 12 aprile 2016, il figlio Davide ha poi proseguito il procedimento formalizzando la costituzione di parte civile nell’udienza del 20 febbraio 2017. La vicenda scoppiò prima delle Elezioni Regionali del 2015, quando Ferrillo si candidò presentandosi alle primarie delle Movimento, e arrivando in buona posizione – tredicesimo – per essere eletto. Quel post su facebook però fece partire la procedura all’interno del Movimento che poi portò nel gennaio 2015, mentre doveva essere celebrato il secondo turno delle primarie, all’espulsione di Ferrillo, ratificata dal Comitato d’Appello. In quel momento era operativo il direttorio in cui sedeva lo stesso Di Maio. “Ma avevamo soprattutto funzioni politiche – ha risposto Di Maio alle domande del legale di Ferrillo, Marco De Scisciolonon ci occupavamo delle espulsioni. Il potere disciplinare era in capo a Beppe Grillo, che era il capo politico del Movimento e lo è stato fino a settembre 2017, quando ho preso il suo posto. A dicembre 2014 inoltre fu fatto lo Statuto del Movimento, e le sanzioni disciplinari furono codificate, cosa che abbiamo fatto con maggiore precisione nello Statuto approvato prima delle Politiche dello scorso marzo. Prima del dicembre 2014 era normale che chi si ponesse contro il Movimento o i suoi capi non potesse restare dentro”. Di Maio ha poi parlato di Casaleggio senior “come persona appassionata che ha dato tutto al Movimento, anche rimettendoci”; il ministro del Lavoro ha poi specificato di non aver mai avuto “rapporti formali o tecnici con la Casaleggio Associati (società che ha gestito il blog di Beppe Grillo, ndr), anche se incontravo Gianroberto presso la sede della società”. La prossima udienza è in programma il 10 settembre prossimo quando ci sarà l’esame dell’imputato Ferrillo.