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Caserta – Oltre quattro milioni di euro nascosti al Fisco con decine di prestazioni mai fatturate: è l’accusa a carico di amministratori e gestori di un clinica di Mignano Montelungo, nell’Alto-Casertano, cui la Guardia di Finanza ha sequestrato, su ordine del Gip di Cassino, auto, immobili e disponibilità finanziarie per circa due milioni di euro; somma che è pari all’ammontare dell’evasione stimata dal 2015 al 2017, biennio su cui si è focalizzata l’attenzione investigativa dei finanzieri della Tenenza di Sessa Aurunca. In particolare sono stati apposti i sigilli a sette autovetture, tra cui una Porsche Cayenne in uso all’amministratore, 15 terreni e altri 7 fabbricati, tra cui un negozio, appartamenti e abitazioni rurali. Durante le indagini, coordinate della Procura di Cassino (sostituto Alfredo Mattei), è emerso anche il tentativo del patron della clinica di ostacolare l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate attraverso l’intestazione della società ad un ultraottantenne degente della casa di cura. Cuore dell’accusa le tantissime prestazioni effettuate ma mai fatturate: i finanzieri hanno infatti esaminato, in contraddittorio con i rappresentanti legali della clinica, migliaia di bonifici ed assegni emessi dai pazienti, per molti dei quali le motivazioni sottostanti, indicate come “ricovero”, “saldo ospedaliero” o “pagamento degenza”, non lasciavano dubbi sulla natura, strettamente sanitaria, della prestazione saldata; ma nel solo 2017 – è emerso – la casa di cura avrebbe illecitamente fatturato oltre 900.000 euro di prestazioni sanitarie in totale esenzione di I.V.A., sebbene non ne avesse i requisiti di legge, visto che tale regime può essere utilizzato solo per le prestazioni rese in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Per questa specifica condotta sarebbe stata evasa anche l’Iva per oltre 200.000 euro. Per la Procura ciociara, i soldi guadagnati illecitamente sarebbero finiti sui conti di gestori e amministratori della clinica.