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Caserta – Si è appena conclusa la riunione a porte chiuse del coordinamento provinciale di Forza Italia nella sede di Corso Trieste, convocato da Gianpiero Zinzi. L’incontro non era aperto al pubblico, tantomeno alla stampa, ma siamo riusciti ugualmente a prendervi parte come uditori. Erano presenti, oltre al coordinatore e ai vice-coordinatori provinciali, i candidati all’uninominale Massimo Grimaldi e Lucrezia Cicia, e quelli al proporzionale, Pio Del Gaudio e Adele Vairo. Il comitato provinciale e i candidati azzurri hanno chiesto e ottenuto che Gianpiero Zinzi fosse il coordinatore di questa campagna elettorale che si aprirà ufficialmente, con la presentazione alla stampa, mercoledì prossimo, il 7 febbraio alle ore 11, proprio nella sede provinciale di Corso Trieste. A pochi giorni dall’inaspettata esclusione di Zinzi dalle liste di Forza Italia, il giovane consigliere regionale, non solo è apparso motivato ma ha già tracciato il cronoprogramma della campagna elettorale, pianificando incontri in tutti i maggiori comuni di Terra di Lavoro con associazioni di categoria, sindacati, imprese, lavoratori, studenti e rappresentanti della società civile. Insomma, una cosa è certa: anche se fatto fuori all’ultimo minuto da una candidatura data per certa, Zinzi sarà il leader di questa campagna e farà valere il suo peso politico in tutta la provincia casertana. Ma passiamo all’analisi di quanto accaduto lunedì scorso. Perché i vertici di un partito che sanno di avere un candidato con un bacino di voti enorme (alle Regionali sfiorò le 20mila preferenze) decidono senza preavviso e senza un confronto di lasciarlo ai box? Cosa si nasconde dietro l’astio politico dei Cesaro nei confronti del giovane Zinzi? La risposta dobbiamo ricercarla proprio nella territorialità. Con questa mossa, i vertici regionali, hanno voluto dimostrare che le decisioni si prendono a Napoli e basta. E negli ultimi tempi, anche un po’ a Salerno. Nonostante la forza elettorale che può giovare al partito, Zinzi è un politico brillante, con un background culturale importante nonostante la giovane età, e può arrivare in alto. Talmente in alto da infastidire quelli che oggi hanno (o pensano di avere) il partito in pugno. Zinzi non si allinea ai Cesaro? Allora dev’essere silurato. Stasera, l’assenza di due esponenti politici quali Carlo Sarro (candidato nel listino della Camera) e Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta, ha consentito di chiudere il cerchio sulla strategia in atto. In particolare, dopo le dichiarazioni di Zinzi, che ha parlato di ‘banditismo politico’ chiedendo a gran voce le dimissioni di Domenico De Siano, coordinatore regionale degli azzurri, il gruppo napoletano sta provando a togliere la poltrona di coordinatore provinciale a Zinzi per farvi accomodare Magliocca. E visto che in politica siamo abituati a tutto e al contrario di tutto, non siamo poi così sorpresi. D’altro canto questo è un disegno che non si realizzerà tanto facilmente. Terra di Lavoro è molto legato a Zinzi e, se ha tenuto botta in quelle zone dove i principi di territorialità non sono stati rispettati, come nel caso della candidatura della leghista Castiello ad Aversa, non è detto che al prossimo oltraggio non metta in atto una vera e propria rivoluzione a partire dalla base del partito.