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Caserta – Il boss Michele Zagaria ha incaricato i suoi avvocati di chiedere 100mila euro di risarcimento – da devolvere in beneficenza – come corrispettivo
per i danni alla sua immagine causati dalla fiction “Sotto copertura 2 – La cattura di Zagaria”, andata in onda sulla Rai. Lo rende noto l’avvocato Barbara Lettieri, dello studio legale
Sartoris Lettieri di Cuneo, che assiste l’ex boss del clan dei Casalesi, detenuto in regime di carcere duro nel carcere di Milano-Opera.

Dopo avere visto la prima puntata della fiction – spiega l’avvocato Barbara Lettieri – abbiamo chiesto alla Rai di sospendere la trasmissione. Non si può mandare in onda una fiction che offende la verità. Abbiamo ricevuto risposta negativa e, quindi, abbiamo presentato un ricorso cautelare al Tribunale di Roma che ha fissato l’udienza per il prossimo 28 novembre”.

   Dopo la fine della serie tv “Sotto copertura – La cattura di Zagaria”, si è scatenata una lite tra i familiari del capoclan, attualmente recluso al 41bis, la società produttrice Lux Vide e la Rai. In una lettera indirizzata alla redazione del quotidiano ‘Il Mattino’ dallo studio legale Sartoris Lettieri “a nome e per conto di Michele Zagaria e della sua famiglia”, riporta il sito del quotidiano, vengono segnalate “inesattezze e falsità che i nostri assistiti hanno già evidenziato ai vertici della Lux Vide e della stessa Rai”.

   Nella missiva, cui si chiede di dare massima visibilità, i legali annunciano di aver depositato un ricorso cautelare presso il Tribunale di Romaal fine di difendere e tutelare la propria immagine ed identità personale”. Nella serie, il personaggio di Zagaria era interpretato dall’attore Alessandro Preziosi, che ha raccontato di essersi ispirato nell’interpretazione del latitante dei Casalesi a quella offerta da Ben Gazzarra per il film “Il camorrista” del premio Oscar Giuseppe Tornatore, ispirato alla figura di Raffaele Cutolo; nel vecchio film però, Cutolo non veniva mai citato, si parlava di un tal “professore di Vesuviana”, mentre nella fiction terminata lunedì l’unico nome reale era proprio quello di Zagaria, mentre sono stati usati nomi di fantasia per gli altri protagonisti della vicenda, ad iniziare dall’ex capo della Mobile Vittorio Pisani.

   Nella lettera i legali “intendono precisare che ciò che viene narrato non è assolutamente realistico e molti sono i particolari inventati dagli sceneggiatori: uno fra tutti, e forse il più grave, quello che dipinge Michele Zagaria come un uomo attratto sessualmente dalla giovane figlia della famiglia che per anni lo ha ospitato: cosa che ha profondamente offeso e disgustato il nostro assistito”. Gli avvocati si domandano poi “Fin dove si può spingere la finzione?”.