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Caserta – Si sono conclusi questa mattina con un nulla di fatto, a Dragoni  nel Casertano, i sopralluoghi dei carabinieri, condotti con l’ausilio di due cani molecolari, a caccia dei resti del cadavere di Sandro Ottaviani, imprenditore edile di Piedimonte Matese scomparso proprio a Dragoni il 23 aprile del 2008. Una scomparsa provocata da un omicidio, ipotizza il Procuratore Aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Milita, che ha preso in mano il fascicolo dopo che il Gip, pochi mesi fa, aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm precedente; Milita, ex sostituto di punta della Dda di Napoli, ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio e occultamento di cadavere l’imprenditore napoletano che nel 2008 teneva in fitto il capannone industriale di Dragoni di proprietà di Ottaviani; tra i due, allora, c’erano contrasti e liti giudiziarie, in quanto Ottaviani voleva sfrattare l’imprenditore, che invece voleva comprare l’immobile. Tra l’altro Ottaviani, il giorno della scomparsa, incontrò nel capannone proprio il suo affittuario; fu visto l’ultima volta nel piazzale del capannone da un altro uomo, che è stato poi indagato da Milita come complice dell’imprenditore napoletano.

Le nuove ricerche sono partite proprio dal piazzale; i cani molecolari dell’Unità Cinofila di Bologna, Askan e Simba, hanno fiutato ogni palmo della zona, senza però trovare alcuna traccia di Ottaviani. L’imprenditore indagato è stato risentito dagli inquirenti, come tutte le persone che testimoniarono subito dopo la scomparsa di Ottaviani, e ha riconfermato di aver incontrato Ottaviani e di aver lasciato all’interno del capannone per recarsi altrove. Una versione cui non ha mai creduto la famiglia della vittima, la cui determinazione, insieme ad alcuni elementi trovati dai carabinieri di Piedimonte Matese guidati da Giovanni Falso, ha permesso alle indagini di andare avanti e di giungere ad una svolta. Per anni infatti, dal 2008, le indagini non hanno fatto passi avanti, e per molto tempo si è pensato che Ottaviano si fosse allontanato volontariamente. Ora, con la conclusione di questa nuova fase di ricerche, gli inquirenti si prenderanno una pausa di riflessione per analizzare quanto emerso, per poi effettuare altri accertamenti.