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Marcianise (Ce) – Altri sei mesi di cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento di Marcianise (Caserta) della multinazionale americana Jabil, che saranno dunque al riparo da eventuali licenziamenti unilaterali da parte del management aziendale almeno fino al 31 dicembre 2021.

La Jabil, ormai dal giugno 2019, ha avviato, per mancanza di commesse di lavoro, una vertenza che ha già portato alla fuoriuscita di 220 addetti, molti dei quali ricollocati in altre aziende (Softlab, Orefice Group), ma ha intenzione di procedere ad altri 230 esuberi per raggiungere, entro un paio d’anni, un organico di 250 unità (i lavoratori erano 700 nel 2019, oggi sono 480).

Sono stati gli stessi vertici di Jabil Circuit Italia a inoltrare la richiesta di proroga della Cig al Ministero del Lavoro in vista anche della scadenza del 30 giugno del blocco dei licenziamenti causa Covid; oltre questa data, le aziende saranno infatti nuovamente libere di licenziare. E proprio per evitare tale evenienza, i sindacati dei metalmeccanici (Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e Failms), nei giorni scorsi, hanno firmato nella sede di Confundistria Caserta un accordo con il rappresentante di Jabil Clemente Cillo, che impegna l’azienda di telecomunicazioni a richiedere una proroga fino a fine anno della Cig per “crisi aziendale” e a non procedere dunque a licenziamenti unilaterali.

In tal modo si dà ulteriore tempo ai lavoratori Jabil di decidere se accettare la ricollocazione in altre aziende, come già sta avvenendo da anni, essendo la Jabil in crisi di commesse di lavoro da lungo tempo; per chi accetterà è previsto un incentivo in danaro da parte della Jabil.

C’è in particolare l’azienda Tme di Portico di Caserta, che produce macchinari per il collaudo delle schede elettroniche, che vorrebbe assumere dalla Jabil tra i 150 e i 200 lavoratori, e sarebbe disposta ad aprire uno stabilimento nell’area insutriale di Marcianise.

Il nostro primo obiettivo – afferma Mauro Musella, delegato Uilm e dipendente Jabil – era quello di mettere in sicurezza l’intera forza lavoro, in attesa di essere convocati rapidamente dalle istituzioni, per proseguire un confronto industriale che, seppur duro, deve tendere al rilancio produttivo del sito“.

*Immagine di repertorio