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“Come è emerso nella recente audizione in merito all’ultimo incendio del sito Campania Energia a Teano del Presidente della Regione Campania – alla presenza del Presidente della Provincia di Caserta e dei sindaci dei comuni confinanti con l’impianto – occorre  aggiornare il regolamento per il rilascio delle autorizzazioni  sul nostro territorio.

In primo luogo è urgente fare un censimento degli impianti di trattamento rifiuti esistenti, con le  autorizzazioni all’ esercizio di questi impianti, rilasciate dalla Regione Campania.

Da una prima rilevazione emergono alcuni dati veramente inquietanti: in Campania risultano attivi oltre 720 siti e impianti. Il dato è ancora  più allarmante per quanto riguarda la nostra provincia, dove risultano attivi totale 186 siti, così ripartiti: n.  56 centri di raccolta e n. 130 di recupero e stoccaggio (Codice CER). Solo nell’Agro Calenosi contano  ben 22 autorizzazioni: – 8 impianti nel comune di Vitulazio; – 5 Impianti nel Comune di Pastorano; – 4 Impianti nel Comune di Pignataro Maggiore; – 5 Impianti nel Comune di Sparanise. L’ultima autorizzazione è del mese di maggio rilasciata alla Caivano Calcestruzzi nella zona ASI di Pignataro M. Come si vede vi sono alcuni comuni che hanno diverse presenze, come Pignataro e Villa Literno. Diversa è la situazione nelle zone interne del matesino, dove risulta attivo solo un centro ad Alife.

Abbastanza singolari sono le autorizzazioni rilasciate sul territorio di Vitulazio: ben otto messe a riserve di materiale tessile. Attualmente, con la chiusura del mercato all’acquisizione dei residui tessili, questi capannoni dovrebbero essere non solo ispezionati ma anche presidiati.

Complessivamente  lo svolgimento dei servizi è affidato a n. 33 gestori. In un solo Comune, Pignataro M.re, il servizio è affidato ad una società in house, mentre n. 6 Comuni svolgono il servizio in economia.

Come si vede dai dati si tratta dina situazione veramente preoccupante ed esplosiva, come è emerso dall’ultimo impressionante rogo avvenuto a Teano.

Di fronte a questo quadro non possiamo stare ancora in colpevole silenzio. I cittadini e le istituzioni del nostro territorio devono mobilitarsi per la difesa dell’ambiente, ed anche per salvaguardare la salute delle comunità. Questa emergenza dei rifiuti si somma allo scempio delle cave che perdura con la devastazione dei colli Tifatini, per i quali va ripreso e rilanciato il progetto di realizzare un parco (come ha di recente proposto anche il sindaco di Casagiove).

A tal fine è programmata una prima iniziativa di mobilitazione che si terrà martedì 26 agosto alle  ore 21:00  a Pignataro Maggiore.

In merito è utile approfondire cosa dice La Direttiva Europea Rifiuti in riferimento allo smaltimento a Caserta, a partire dalla classificazione dei I codici CER, che sono elencati nel Catalogo Europeo in forma di sequenza numerica che serve a identificare i differenti scarti relativi al processo di produzione e perciò a lavorarli in modo opportuno prima che sia avviata la loro eliminazione. Denominati codici EER, successivamente alla pubblicazione della legge 77/2021, rendono possibile non solo di classificare i rifiuti in virtù della loro natura ma anche distinguerli tra nocivi e non nocivi, attraverso l’aggiunta di un asterisco sulla prima tipologia. Gli scarti CER sono ritenuti speciali, perciò il loro smaltimento va affidato a compagnie certificate, vale a dire membri dell’Albo dei Gestori Ambientali, quindi in possesso delle abilità per individuarli e assegnare il corretto codice CER e trasportarli senza dispersioni nell’ambiente, presso un centro ecologico a Caserta che li smaltisca recuperando il più possibile. Diversi rifiuti, come quelli composti da vetro, plastica o metallo, anche dopo essere stati lavorati potrebbero venir riutilizzati in aggiuntivi processi produttivi, così da ridurre lo spreco di materiali e minimizzare anche le emissioni di materie tossici. Invece altri non possono essere riciclati, ma prima della loro eliminazione definitiva devono essere avviati a determinati trattamenti così da escludere ulteriori sostanze pericolose per l’ambiente e l’inqunamento”.

Pasquale Iorio, Le Piazze del Sapere