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Caserta – Nel mezzo di una procedura di esuberi non ancora conclusa per 350 lavoratori – 220 già fuori e 130 da ricollocare o licenziare – la multinazionale dell’elettronica Jabil annuncia, nel corso di un incontro con i sindacati, di voler portare la forza lavoro totale dello stabilimento di Marcianise (Caserta) a 250 addetti a causa del ridotto carico di lavoro e commesse; tradotto, vuol dire che anche per altri cento dipendenti Jabil che non erano finiti tra i 350 della procedura tuttora in corso, si aprirà una fase in cui andranno incontro a cassa integrazione, richieste di ricollocazione in altre aziende o di dimissioni magari
incentivate. Una tegola per tanti dipendenti anche se non del tutto inattesa, visti gli allarmi lanciati dai sindacati nei mesi scorsi .

Prima di avviare nel giugno 2019 questa procedura, la Jabil aveva 700 dipendenti, e si pensava che la fuoriuscita di 350 addetti potesse garantire un futuro agli altri 350 rimasti, ma non è così. I sindacati hanno sempre lamentato che la Jabil, multinazionale con 120 stabilimenti decina di migliaia di dipendenti in giro per il mondo, non avesse mai portato lavori importanti allo stabilimento di Marcianise; eppure negli anni scorsi la Jabil aveva acquisito un ramo d’azienda dalla Ericsson assorbendone centinaia di lavoratori dallo stabilimento di San Marco Evangelista, tanto che a un certo punto la Jabil aveva
quasi mille dipendenti; poi sono iniziati gli esodi incentivati, la cassa integrazione generalizzata, e nel giugno 2019 l’iter per licenziare e provare a ricollocare 350 addetti, cui si aggiungono ora altri cento.