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Un’inchiesta dell’Onu del 2016 afferma che l’80% delle donne africane, soprattutto nigeriane, che sbarcano in Italia sono destinate al traffico della prostituzione. La percentuale è in preoccupante crescita. Il numero di donne che arriva in Italia su imbarcazioni provenienti dalla Libia sta notevolmente aumentando. L’età di queste ragazze, invece, per accontentare le richieste degli acquirenti occidentali, è sensibilmente diminuita. Spesso, infatti, arrivano e iniziano a lavorare ancora minorenni. E’ una vera e propria tratta che, il più delle volte, ha  come meta Castel  Volturno, luogo in cui la mafia nigeriana ha messo le proprie radici. Dal litorale domitio fino a Palma Campania le strade e le campagne, notte e giorno, sono affollate da queste ragazze che anche per 10 euro vendono brevi momenti di pseudo piacere fisico. E’ il caso di P., appena ventenne, che per arrivare in Italia ha contratto un debito di 25.000 euro con la mafia nigeriana, ed è per questo che è costretta a prostituirsi. Giunta in Italia da Benin City, città della Nigeria meridionale, che negli ultimi anni è diventata uno dei principali snodi del traffico umano nel continente africano, soprattutto per quanto concerne il reclutamento di donne, è stata affidata ad una “maman”, il cui compito è quello di iniziarla a questa nuova vita e fare in modo che il patto con la mafia nigeriana venga rispettato e il debito venga saldato;  la “maman” controlla i suoi spostamenti, la sua vita e la sua mente, modella l’aspetto di P. con parrucche e vestiti per renderla più appetibile, e quindi più “vendibile”, ai clienti occidentali. A tutto questo è difficile ribellarsi “[…] Una mia amica ha tentato di rifiutarsi e, dopo essere stata picchiata e ripetutamente violentata, le hanno mostrato con il telefonino una foto di sua madre con un machete puntato alla gola […]” afferma P. Un ruolo fondamentale in questa triste vicenda la ricoprono alcuni pastori che si dicono appartenenti a uno pseudo movimento di pentacostali che proliferano nel casertano. Questi si assicurano attraverso un vero e proprio assoggettamento psicologico e attraverso la “fede” che il patto siglato dalle ragazze abusate con le loro maman venga rispettato. L’attuale politica di mettere le donne nigeriane in centri di accoglienza insieme a migliaia di altri migranti, sta giocando a vantaggio dei trafficanti con donne regolarmente scomparse. I centri, infatti, diventano una sorta di deposito in cui queste ragazze sono momentaneamente immagazzinate prima di essere occidentalizzate e gettate per strada.

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