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Caserta – “Quello che sta accadendo rispetto alla sorprendente scelta del nuovo logo della Reggia di Caserta non poteva non spingerci ad intervenire”, così i senatori Agostino Santillo e Danila De Lucia, presentatori di una dettagliata interrogazione rivolta al Ministro Franceschini
Lo scorso 22 aprile il direttore della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, ha presentato in videoconferenza il nuovo logo del monumento vanvitelliano, preannunciando anche in che modo si intende riorganizzare il sito museale per il dopo Covid 19. Ebbene, a poche ore dal lancio del nuovo brand Reggia di Caserta, sui social sono comparsi commenti totalmente negativi”, proseguono.
In particolare, il presidente dell’Ordine degli Architetti di Caserta, Raffaele Cecoro, ha dichiarato che il logo scelto per rappresentare il brand Reggia di Caserta manca completamente di ogni riferimento storico-artistico e sembra un vero e proprio plagio in quanto simile, se non identico, ad altri già esistenti. Peraltro il lavoro per realizzare il logo è stato assegnato con affidamento diretto alla ditta “Sigla Comunicazione”, con sede in provincia di Mantova, per l’importo di ben 37.500 euro, al netto dell’Iva. È evidente che l’Agenzia ha prodotto un logo estremamente semplice, che non lascia intravedere alcuno sforzo creativo, sia grafico che storico, con l’uso banale delle iniziali “R” e “C” legate in un solo punto tra loro. A quanto dichiarato dall’attuale direttrice Tiziana Maffei, questo logo servirebbe a far ‘emergere i caratteri profondi che connotano la Reggia di Caserta: la sua storia, la sua arte e la sua cultura’. In realtà, tali caratteristiche erano già evidenti nel logo preesistente che raffigurava la pianta della Reggia vista dall’alto, con un risultato molto più rappresentativo e graficamente più ricco.
Inoltre, il costo dell’intera operazione appare alquanto esoso e quindi – Santillo e De Lucia – chiedono di sapere se il Ministro sia a conoscenza di quanto sta accadendo, considerando anche che tale operazione potrebbe ledere l’immagine di uno dei siti più visitati d’Italia che, ricordiamo, è patrimonio Unesco, ma soprattutto se intenda porre rimedio ad una questione che rischia di avere una ricaduta molto negativa sull’immagine della Reggia stessa”, concludono.