- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Bellona (Ce) – A poche ore dall’impegno che il neo Ministro dell`Ambiente Sergio Costa si è pubblicamente assunto sull’attenzione urgente che merita la Terra dei Fuochi, emergenza purtroppo  geograficamente non circoscritta, arriva sulla scrivania del ministro la lettera del Comitato Cittadino Bellona/Triflisco “Mai Più lside” da oltre un anno in trincea contro l’immobilismo istituzionale a fronte al disastro ambientale seguito a due incendi del sito di stoccaggio rifiuti non ancora bonificato.

Il Comitato Cittadino Mai Più Ilside con questa missiva viene a sottoporre all’attenzione del suo dicastero la vicenda, che da ormai quasi un anno affligge la comunità di Bellona – scrivono i volontari al Ministro mettendolo al corrente di quanto sta accadendo da quasi un anno –  In data 11 luglio 2017 un devastante rogo divampa all’interno dell’ex sito di stoccaggio Ilside. Tonnellate di rifiuti, pericolosi e non, prendono fuoco, sollevando una spaventosa nube tossica che per giorni tiene in apprensione le comunità dell’agro stellato e non solo. Nell’immediatezza del rogo e nei giorni successivi le rilevazioni dell’ARPAC registrano preoccupanti superamenti dei valori-soglia di diossina nell’aria. In forza di tali rilievi Comune e Asl adottano provvedimenti precauzionali a tutela della salute pubblica, chiaro sintomo che l’impatto ambientale è da considerarsi di non trascurabile portata. I mesi a seguire hanno visto una serie di iniziative sul territorio, organizzate dalla cittadinanza attiva, volte  a sollecitare quanto meno la celere messa in sicurezza dell’impianto, che accoglie ancora tonnellate di rifiuti incombusti (soprattutto plastica), nonché materiali combusti, che determinano il quotidiano sprigionarsi di fumarole, prontamente domate grazie alle segnalazioni dei residenti. Gli interventi dei Vigili del Fuoco, spesso eseguiti anche in condizioni disagevoli e di scarsa sicurezza per l’irreperibilità della chiavi del cancello di accesso al sito, tutt’oggi sottoposto a sequestro, non si contano. La sequela di episodi di fumarole è impressionante. Le esalazioni tossiche seguitano a flagellare i terreni limitrofi, alimentando l’apprensione dei residenti. Le legittime richieste della popolazione sono rimaste inascoltate, tra promesse e rassicurazioni cadute nel vuoto. Il 13 settembre 2017 viene siglato presso la Direzione Generale Ambiente della Regione Campania un protocollo, che prevede l’intervento di caratterizzazione e messa in sicurezza da parte della stessa Ilside. Unico risultato tangibile la rimozione del percolato. Le vicissitudini finanziarie della società, già in liquidazione volontaria, culminano, l’1 dicembre 2017, nella dichiarazione di fallimento della stessa ad opera della Sezione Fallimentare del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, su ricorso della Procura. Il 9 febbraio 2018 l’U.O.D Autorizzazioni Ambientali emette provvedimento di revoca delle autorizzazioni sul presupposto del venire meno dei requisiti tecnico-finanziari prescritti per lo stoccaggio dei rifiuti. Acclarata l’incapacità tecnico-finanziaria di Ilside, l’onere della messa in sicurezza incombe sull’Amministrazione Comunale, che più volte ha dichiarato, per motivi di carenze di bilancio, di non poter sostenere il gravoso impegno di spesa, che comporterebbe la rimozione dei rifiuti dall’area interessata dall’incendio. La Regione Campania, nella persona dell’Assessore all’ambiente Bonavitacola e del Presidente della VII Commissione Ambiente Gennaro Oliviero, ha più volte manifestato l’intenzione di soccorrere l’Amministrazione Municipale, mettendo a disposizione un fondo di rotazione ad hoc. Intanto il 9 aprile 2018 il Comune di Bellona, nella persona del Sindaco, emette ordinanza contigibile ed urgente, con la quale intima alla curatela fallimentare ed alla società proprietaria del sito (Ecoterra SRL) di provvedere alla messa in sicurezza entro il termine perentorio di 45 giorni, spirato il quale il Comune sarebbe intervenuto in sostituzione, con animo di rivalsa verso i soggetti obbligati in solido. Ad oggi, nonostante la scadenza del termine e, ancorché l’ordinanza amministrativa non sia stato oggetto di sospensiva da parte del TAR Campania, permane lo stato di assoluta paralisi burocratica e la cittadinanza è amaramente costretta a constatare che nessun intervento risolutivo è stato realizzato. Questa la sintesi di una vicenda che ha colpito profondamente una comunità, che fino ad ora era rimasta ai margini della tristemente nota Terra dei Fuochi: una cittadina a vocazione prevalentemente agricola, che tenta con tutte le sue forze di preservare l’integrità del suo territorio percepita come una valore inestimabile e inalienabile”.

Poi l’appello: “Per tali ragioni Bellona e i suoi cittadini si appellano alla sua sensibilità di uomo delle Istituzioni, da sempre impegnato in prima linea nel contrasto e nella prevenzione dei disastri ambientali, affinché vengano adottate tutte le misure necessarie a far luce su ritardi, inefficienze, omissioni che hanno determinato il protrarsi di una situazione aberrante. Si chiede, per quanto di sua competenza, di esercitare i poteri di controllo e sollecitazione, anche mediante l’invio di Ispettori ministeriali, affinché si giunga ad una rapida soluzione di questa vicenda, che si tinge sempre più di tratti paradossali e grotteschi”.