Sospeso per mancanza di medici non obiettori, riprenderà il prossimo primo luglio all’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta il servizio di Interruzione Volontaria della Gravidanza (Ivg). Lo assicura il direttore generale del nosocomio Gaetano Gubitosa, che spiega che “il 15 giugno è stato immesso in servizio un ginecologo non obiettore, e dunque entro luglio potremo ripartire con il servizio, che andrà poi a regime da settembre, quando entreranno in organico altri due medici non obiettori”.
La sospensione dell’Igv, dovuta alle dimissioni dell’unico ginecologo non obiettore in servizio presso l’ospedale, ha provocato discussioni a Caserta, e la presa di posizione di associazioni di cittadini e partiti, come quelli del campo progressista casertano – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Partito Socialista Italiano, Sinistra Italiana, Caserta Decide e Speranza per Caserta – che hanno richiesto ufficialmente un incontro a Gubitosa per chiarimenti sulla vicenda, sottolineando in una nota congiunta che “questa criticità non è frutto di contingenze irrisolvibili, ma dell’assenza di una programmazione strutturale e di un’adeguata gestione delle risorse umane, a fronte di soluzioni percorribili come il ricorso a personale esterno qualificato, già previste nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale; non può essere tollerato che il pieno rispetto dei diritti e della salute delle persone gestanti venga vanificato da carenze organizzative”.
La sospensione dell’Igv, dovuta alle dimissioni dell’unico ginecologo non obiettore in servizio presso l’ospedale, ha provocato discussioni a Caserta, e la presa di posizione di associazioni di cittadini e partiti, come quelli del campo progressista casertano – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Partito Socialista Italiano, Sinistra Italiana, Caserta Decide e Speranza per Caserta – che hanno richiesto ufficialmente un incontro a Gubitosa per chiarimenti sulla vicenda, sottolineando in una nota congiunta che “questa criticità non è frutto di contingenze irrisolvibili, ma dell’assenza di una programmazione strutturale e di un’adeguata gestione delle risorse umane, a fronte di soluzioni percorribili come il ricorso a personale esterno qualificato, già previste nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale; non può essere tollerato che il pieno rispetto dei diritti e della salute delle persone gestanti venga vanificato da carenze organizzative”.