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Marcianise (Ce) – Nessun passo indietro della multinazionale Jabil, che conferma il taglio di 230 dipendenti entro il 2023 allo stabilimento di Marcianise (Caserta). Mentre resta congelata la situazione di 23 addetti ex Jabil ricollocati nell’azienda Orefice Group, che non hanno accettato il trasferimento in Sardegna disposto dalla società e che restano senza stipendio. E’ quanto emerso dagli incontri tra sindacati e parti datoriali tenutisi nella giornata di ieri; le due vertenze strettamente legate, che coinvolgono nel Casertano centinaia di lavoratori, non fanno registrare passi avanti.

Parla di “situazione preoccupante” il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco. In gioco ci sono “il futuro della Jabil e dei suoi progetti di ricollocazione e reindustrializzazione, che non stanno funzionando“. Da un lato la Jabil, azienda dell’elettronica che negli ultimi due anni ha licenziato a Marcianise 220 addetti: ieri i vertici societari hanno confermato nel corso dell’incontro nella sede di Confindustria Caserta il piano industriale presentato a giugno al Ministero per lo Sviluppo Economico, che punta molto sulle lavorazioni legate alle attività della green economy con una netta decrescita in futuro delle tradizionali lavorazioni legate alla produzione di schede elettroniche, e che soprattutto prevede di scendere dai 480 addetti attuali ai 250 entro i prossimi due anni.

Per i 230 lavoratori in esubero – hanno ribadito i dirigenti Jabil – il processo di ricollocazione rimane l’unico strumento. La Jabil ha individuato nella Tme di Portico di Caserta la società che dovrebbe assumere e ricollocare i dipendenti che saranno licenziati. I sindacati vogliono però garanzie, visto quanto sta accadendo alle aziende che hanno ricollocato i 220 lavoratori licenziati da Jabil negli ultimi due anni; aziende come Orefice, che hanno preso decine di migliaia di euro da Jabil per ogni lavoratore ricollocato, impegnandosi a realizzare attività produttive nel Casertano o nelle aree limitrofe.

Per i 23 ex Jabil Orefice, azienda che produce gruppi elettrogeni, aveva così fittato negli ultimi mesi del 2020 un capannone nell’area industriale di Pascarola a Caivano (Napoli), a pochi chilometri da Marcianise, ma alcune settimane fa ha deciso di trasferire i lavoratori in Sardegna, e il capannone è stato ceduto ad un’alta azienda. Per ora i 23 ex Jabil restano in attesa di capire come si muoverà Orefice, che ha ricevuto sollecitazioni dal Mise a trovare una soluzione.