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C’è un mistero che lega la lotta partigiana a Casal di Principe, che dura da 73 anni, dal 29 agosto 1944, quando il nucleo di partigiani del gruppo Valanga, sul Monte Rovaio nei pressi di Molazzana (Lucca), si scontrò in campo aperto contro le spietate forze nazi-fasciste, evitando così che le popolazioni civili facessero la stessa fine delle 560 vittime  – di cui 130 bambini – della strage di Sant’Anna di Stazzema, avvenuta appena due settimane prima. Tra i 18 partigiani uccisi c’era tal “Francesco detto il napoletano”, nato ad Albanova; così è scritto sulla lapide commemorativa realizzata sulla parete della casa-ritrovo dei partigiani sul Monte Rovaio, e che qualche anno fa il sindaco di Casal di Principe Renato Natale scoprì su internet. Albanova, durante il periodo fascista, era il nome dell’ente locale che riuniva i centri abitati di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna; quel nome oggi non c’è più, sebbene sia rimasto sul cartello della stazione ferroviaria ubicata nei pressi dei tre centri, e sia stato negli anni ’90 usato per contrassegnare la squadra calcistica di Casal di Principe, che arrivò fino alle C2 salvo poi scoprire che era gestita dalla camorra locale. Ebbene, del partigiano Francesco, a distanza di decenni, non si sa ancora nulla; da tre anni Natale e i suoi collaboratori cercano di individuarne il cognome, ma è un compito che si sta rivelando molto difficile. “Ancora non siamo riusciti a scoprire se vi siano parenti in vita del partigiano Francesco, e soprattutto se risiedano ancora da noi” spiega Natale, che ieri ha preso parte a Molazzana alla cerimonia di commemorazione della battaglia. “E’ stata una grande emozione” dice il sindaco, che vi partecipa da quando si è insediato  (era il 2014). Questa volta però Natale è tornato a casa anche con un indizio in più. “Abbiamo scoperto – rivela – che tra i partigiani c’era anche un secondo ragazzo nato ad Albanova, di cui siamo riusciti ad apprendere il cognome, che è Giarretta; lui riuscì a salvarsi, ma poi se ne sono perse le tracce. Speriamo di rintracciare qualche suo parente, e poi arrivare fino al partigiano Francesco per risolvere finalmente questo mistero e onorare finalmente la memoria di questi nostri coraggiosi concittadini” conclude Natale.