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Mondragone (Ce) – Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune in merito ai debiti per energia elettrica non pagata che gravano sul Comune di Mondragone. Di seguito il comunicato:

“Mondragone è  un comune indebitato fino al collo: stanno uscendo allo scoperto masse ingenti di debiti pregressi, quei debiti che da tempo l’AMBC va denunciando e che i <cartari> continuavano a negare e avevano messo <sotto il tappeto>. Pacifico&Co sono ormai assediati dai creditori, sono quotidianamente messi all’angolo da chi chiede di essere pagato, spesso con anni di ritardo. L’amministrazione Pacifico è totalmente nelle mani, quasi sempre inutili, di avvocati attivati al sol fine di tirare a campare per non tirare subito le cuoia. Pacifico non ha voluto procedere (dietro consiglio di chi sa chi ) ad inizio di mandato ad una due diligence esterna promessa in campagna elettorale e non ha voluto procedere con un piano pluriennale di riequilibrio e oggi rischia di essere travolto dal passato e di essere ritenuto responsabile anche di disastri fatti da altri in un ventennio. E così  prima della figuraccia che Pacifico ed i suoi hanno fatto nell’ultima seduta del consiglio sulle pasticciate proposte di variazione di bilancio e riconoscimenti di debiti fuori bilancio,  la Giunta Municipale ha approvato il 28 novembre con la delibera n. 167  l’atto transattivo con ENI ed il factoring SACE SPA per la modica cifra di 3.000.000 di euro da pagare entro il 2019. Per gli anni dal 2011 al 2015 il comune di Mondragone non aveva pagato la fornitura di energia elettrica, arrivando ad accumulare l’enorme  debito di quasi 3.400.000 euro. Una botta! Il comune ai tempi dell’ex sindaco Giovanni Schiappa si era opposto al pagamento di quanto richiesto dai fornitori,  ma <gira che ti rigira> per tribunali, con tanto di aggravio di spese legali, alla fine i creditori hanno però ottenuto il decreto ingiuntivo, anch’esso ovviamente opposto dal comune. Con ordinanza emessa in data 5 gennaio 2018, il Giudice del Tribunale di Milano ha concesso tuttavia la provvisoria esecuzione del decreto, disconoscendo le argomentazioni difensive del comune di Mondragone e rinviando la disamina approfondita e puntuale delle stesse al giudizio di merito. A questo punto anziché comunicare tutto in Consiglio comunale per avviare un dibattito e una verifica circa gli effetti del riconoscimento del debito fuori bilancio ai fini del dissesto, continuando però la causa per arrivare al giudizio di merito (ritenendosi dalla parte della ragione), Pacifico o chi per lui ha iniziato una trattativa con i creditori per arrivare (dopo 10 mesi)  ad una transazione, ammettendo in questo modo che il comune aveva torto sin dall’inizio e aveva sbagliato ad opporsi al pagamento dovuto. I <nostri> però in tal modo, ricorrendo <furbescamente> all’atto transattivo, hanno evitato la procedura di riconoscimento del debito fuori bilancio, che avrebbe coinvolto il Consiglio comunale e i Revisori dei conti, e la conseguente inevitabile presa d’atto della situazione di dissesto. Il riconoscimento del debito- al netto del dissesto– avrebbe anche comportato il suo superamento in soli tre anni compreso l’anno di riconoscimento e, quindi, al massimo entro il 2020 (creditori permettendo) al posto dei 4 anni e della scadenza delle rate al 2023 della transazione (campa cavallo …). Ma, soprattutto, hanno evitato di verificare se tale ennesimo debito sia compatibile con l’attuale situazione di bilancio dell’Ente, di fatto in dissesto (la regola d’ingaggio prevede che tutto- costi quel che costi- deve essere posticipato a dopo le elezioni regionali …  per poi chiudere <baracche e burattini>) e di discutere sulle responsabilità che hanno portato a questo ennesimo buco. Dal punto di vista dei creditori, invece, è del tutto evidente che la transazione di fronte allo spauracchio  del dissesto diventa quasi d’obbligo. L’opzione transattiva è stata ovviamente motivata in modo roboante: il nostro ente ha quasi avuto una botta di c., secondo gli estensori dell’atto. Un altro nodo (scorsoio) è comunque venuto al pettine. Un nodo che l’AMBC segnalerà alla Procura della Corte dei Conti, ritenendo tutta la vicenda fortemente viziata e meritevole di attenzione  e di controllo”.