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Caserta – Con un export che inizia a riprendersi e aziende che sono sempre state operative anche durante la fase più buia del lockdown, il comparto produttivo della mozzarella di bufala campana dop tira una boccata di ossigeno ma non può dirsi ancora fuori dall’emergenza, perché “senza un grande piano per il rilancio del turismo, anche questa filiera che ha retto sostanzialmente in un periodo così negativo, non tornerà ai livelli pre-crisi“. Lo dice all’Ansa Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che ammette come “il trend di crescita che era costante negli anni scorsi, purtroppo si è fermato, come è avvenuto in tutti gli altri settori produttivi. La nostra fortuna è stata però di aver potuto sempre lavorare, garantendo la trasformazione del latte di bufala“.
Si sono ridotti i consumi, anche se non ci sono ancora dati ufficiali, ma di meno rispetto ad altri prodotti; è inoltre intervenuta la Regione con fondi destinati alla filiera per 10 milioni di euro, mentre il “Ministero – dice Raimondo – ci ha promesso tramite l’Unione Europea altri due milioni di euro per il mancato fatturato, anche se è poco rispetto a quanto perso“.
Nonostante i sostegni economici, difficilmente il settore tornerà ai numeri di prima dell’emergenza Coronavirus in pochi mesi, si parla almeno di un anno, ma solo se vi sarà il rilancio del canale Horeca, quello di hotel, ristoranti e catering, uno sbocco fondamentale per la mozzarella di bufala dop, totalmente fermo da oltre due mesi e con prospettive molto fosche. “Senza il canale Horeca – dice Raimondo – anche la bufala dop farà molta fatica. Serve un grande piano del turismo, con bonus e incentivi che convincano le persone a visitare le nostre terre e le aziende a recuperare parte del fatturato perso. Come Campania, possiamo offrire ai turisti un panorama ampio e completo dall’entroterra alla fascia costiera. Speriamo di far registrare entro un anno le stesse presenze di visitatori del 2019“.