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E’ iniziata oggi alla centrale nucleare del Garigliano, ubicata a Sessa Aurunca nel Casertano, la demolizione del camino da parte della Sogin, la società statale che si occupa di dismettere gli impianti nucleari. Le attività finalizzate allo smantellamento (decommissioning) del camino – una struttura tubolare in cemento armato alta 95 metri, con un diametro che varia dai 5 metri della base ai 2 metri della sommità – furono avviate nel marzo 2014 con lo scopo di consentire l’apertura del cantiere e la sua demolizione come struttura convenzionale. 
Dopo i collaudi di sistemi e macchinari, l’impermeabilizzazione delle aree e il consolidamento delle strutture, Sogin ha infatti decontaminato le pareti interne. Tale operazione è stata svolta da un robot di tecnologia italiana movimentato in remoto all’interno del cono. Ora avverrà la demolizione, per la quale sarà adottata la tecnica della frantumazione controllata, che prevede l’installazione di una piattaforma, ancorata all’esterno nel terreno, che sosterrà appositi macchinari che smantelleranno gradualmente la struttura partendo dall’alto con la caduta dei materiali di risulta all’interno del camino stesso. I detriti saranno rimossi periodicamente per evitarne l’accumulo alla base.

Per gli ultimi 30 metri verrà utilizzato un mezzo meccanico cingolato.  “La demolizione del camino – ha dichiarato Luca Desiata, Amministratore Delegato di Sogin – è la fase finale di un progetto rilevante nel programma di smantellamento della centrale del Garigliano. Un’attività – ha aggiunto Desiata – caratterizzata da soluzioni progettuali e tecnologiche tutte italiane, che confermano l’eccellenza del know-how di Sogin nel decommissioning nucleare”. Il camino verrà completamente smantellato entro la fine dell’anno. I lavori produrranno 920 tonnellate di materiale, di cui 900 di cemento e 20 di metallo, che verranno smaltiti presso operatori autorizzati per il loro recupero e riutilizzo. Al termine, nello stesso punto verrà realizzato un nuovo camino di 34 metri, un’altezza 3 volte inferiore all’attuale, che servirà lo scarico dei residui gassosi derivanti dalle successive operazioni di smantellamento.