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Aversa – Proseguono a ritmo serrato le ricerche in mare, nel Napoletano, tra Licola e le località limotrofe, del corpo del 25enne Vincenzo Ruggiero, l’attivista gay scomparso da Aversa (Caserta) il 7 luglio scorso e che sarebbe stato ucciso in un raptus di gelosia dal 35enne Ciro Guarente, fermato ieri dai carabinieri su ordine della Procura di Napoli Nord. Guarente avrebbe agito per vendicarsi del fatto che la suo ex, la trans Heven Grimaldi, aveva iniziato una relazione con Ruggiero. In un post apparso su facebook, la trans affida tutto il suo dolore e la sua frustrazione per essere diventata oggetto di offese e accuse. «Scrivo qui perché nonostante mi distrugge interagire con il mondo, è l’unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti. Io Heven Grimaldi ero all’oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza». Intanto Ciro è in carcere a Santa Maria Capua Vetere e verrà sentito dal Gip, per la conferma del provvedimento di femro, solo nella giornata di lunedì. Gli inquirenti non hanno più alcun dubbio sulla dinamica e sul movente del terribile delitto, visto che è stato lo stesso Guarente a confessare dando conferma dei numerosi elementi di prova raccolti, come le immagine riprese dalle telecamere dello studio privato ubicato di fronte all’abitazione di Ruggiero, dove è avvenuto il delitto, che ritraggono Guarente mentre entra nel portone d’ingresso prima dell’arrivo di Ruggiero; dopo qualche ora ne esce con valige e un grosso sacco, forse contenente il corpo del 25enne, e carica tutto in auto. Tutto si giocherà sulla premeditazione; la Procura diretta da Francesco Greco ha contestato l’aggravante a Guarente, tenendo conto del fatto che il 35enne si è recato a casa di Ruggiero prima dell’arrivo di quest’ultimo, forse proprio con l’intento di fargliela pagare. Guarente, ex marinaio e ora dipendente civile della Marina, quando ha confessato il delitto, ha specificato di non aver “avuto l’intenzione di uccidere Ruggiero”; “c’è stata una colluttazione – ha spiegato – durante la quale Vincenzo ha perso l’equilibrio sbattendo la testacontro un mobile appuntito; è poi morto e a quel punto ho deciso di far sparire i suoi effetti personali e il cadavere”. Parole che sembrano scontrarsi con gli elementi raccolti dagli inquirenti.