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Caserta – “La pandemia ha portato alla luce povertà e situazioni molto critiche, con la camorra sempre pronta ad approfittarne e tante persone che potrebbero non avere la forza di opporsi come fece mio padre. Per questo, oggi più che mai, per una rinascita sociale è necessaria una rivoluzione culturale”. E’ quanto dichiara Mimma Noviello, figlia di Domenico, l’imprenditore ucciso a Castel Volturno (Caserta) dai killer dei Casalesi guidati da Giuseppe Setola; era il 16 maggio del 2008, e Noviello fu trucidato per “punizione“, perché qualche anno prima aveva avuto il coraggio, insieme al figlio Massimiliano, di far arrestare per estorsione alcuni elementi del clan.

Oggi, per il tredicesimo anniversario dell’omicidio, nella piazzetta della località Baia Verde intitolata all’imprenditore,  laddove Noviello (cui è stata conferita la medaglia d’oro al valor civile) fu ammazzato con decine di colpi di pistola mentre era in auto, c’è stata una commemorazione con la deposizione di una corona di fiori. Poche le persone, vigendo sempre il regime di emergenza. C’erano tre dei quattro figli di Noviello, Mimma appunto, Matilde e il primogenito Massimiliano, che più degli altri ha seguito le orme paterne, ed è da anni sotto scorta; c’era il Procuratore di Napoli Giovanni Melillo, che ha sottolineato “l’importanza della presenza in un territorio come quello casertano delle associazioni che si battono contro la camorra”, il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto e il Questore Antonio Borrelli, il sindaco di Castel Volturno Luigi Petrella e quello di Casal di Principe Renato Natale, vero e proprio simbolo della lotta alla camorra, il presidente nazionale della Federazione Antiracket (Fai) Luigi Ferrucci, imprenditore di Castel Volturno.

Oggi come tredici anni fa è sempre lo stesso dolore” dice Matilde, molto piccola quando il papà fu ucciso. Dopo la commemorazione in piazza, il gruppo si è poi spostato al cimitero di Casal di Principe, dove Noviello è sepolto a non troppa distanza da un altro “martire della camorra”, il sacerdote Don Peppe Diana, ucciso nel 1994 dai Casalesi perché si opponeva alla loro prepotenza, invitando il popolo a seguirlo. Il sindaco Natale ha proposto alla famiglia Noviello di aggiungere la targa della medaglia d’oro al valor civile alla lapide, con un codice “qr” per poter conoscere la storia dell’imprenditore; un modo per far sì che la lapide non passi inosservata come è adesso.