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Capua (Ce) – La notizia, pervenuta ieri, di un ulteriore caso di contagio da Coronavirus, ci ha spinto a proporre la riduzione delle attività di raccolta rifiuti da sei a tre giorni, attraverso una ricostruzione dettagliata contenute nel documento inoltrato in data odierna all’azienda e al Comune di Capua.

In effetti, in seguito alle restrizioni dettate dal Governo e alle disposizioni contenute nell’ultimo Decreto Legge n. 18 del 17.03.2020, l’idea di concentrare in tre giorni alla settimana il servizio di raccolta rifiuti, appariva una delle alternative più logiche. Infatti, a causa della sospensione delle attività commerciali e della ristorazione, delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università, i rifiuti sono diminuiti sensibilmente, e questo ha favorito anche una maggiore scorrevolezza dei mezzi adoperati per la raccolta, dovuta alla mancanza di traffico sulle strade cittadine. Nei giorni scorsi, considerato il notevole rischio a cui sono sottoposti i soggetti immunodepressi, abbiamo chiesto all’azienda di accordare le richieste per ferie e/o in permesso retribuito, presentate da quei soggetti che affetti da patologie particolarmente gravi. Inoltre, il Governo, con l’art.24 del Decreto Legge 17.03.2020 n.18 (Decreto Cura Italia) ha disposto un incremento del numero di giorni di permesso retribuito, coperto da contribuzione figurativa di cui all’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. La riduzione delle giornate dedicate alla raccolta rifiuti limiterebbe considerevolmente anche il conferimento dei rifiuti nelle varie piattaforme, riducendo il trasporto di rifiuti provenienti da abitazioni che, nonostante non siano sottoposte a quarantena, potrebbero risultare potenzialmente pericolosi perché solo successivamente si verrebbe a conoscenza di materiale contagiato. Riteniamo, pertanto, che siano sussistenti i motivi per chiedere la rimodulazione del servizio di raccolta, una proposta che a nostro avviso rappresenta una valida alternativa per fronteggiare il rischio contagio ma anche per una prossima probabile emergenza, dovuta ad una massiccia insufficienza di personale addetto, difficilmente colmabile dall’azienda, in quanto, il Governo ha sospeso tutte le forme di assunzioni di personale, come del resto le procedure di licenziamento, e peraltro ha sospeso il reddito di cittadinanza congelando, di conseguenza, l’immediata disponibilità al lavoro e all’impegno in attività di servizio alla comunità.

Ci auguriamo che lo scenario sia ben diverso, da come si presenta oggi, perché le attuali condizioni di rischio, a cui sono sottoposti quotidianamente gli operatori ecologici, ci preoccupano, senza pensare che i danni catastrofici che potrebbe causare la contaminazione al virus di un solo operatore ecologico.