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Pignataro Maggiore (CE) – Il Festival dell’Impegno Civile, promosso dal Comitato don Peppe Diana e dal coordinamento casertano di Libera, lunedì 23 luglio sarà a Pignataro Maggiore con Cinemovel, carovana di cinema itinerante che da anni porta in giro per il mondo un’idea di cinema come strumento di sviluppo culturale,.

A Pignataro Maggiore nel bene confiscato alla camorra “Villa Imposimato”, in via Vittorio Veneto la giornata promossa da Apeiron cooperativa sociale con il partenariato dell’amministrazione comunale, comincerà alle 10 del mattino con “Porte aperte ai più piccini – Art Animation”, prevedendo laboratori e giochi per bambini di tutte le fasce di età, prendendo ad esempio il proverbio africano secondo il quale “Per educare un fanciullo serve un interno villaggio”.

 Alle 18:00 si entra nel vivo dell’evento con l’incontro-dibattito “I diritti negati” a cui parteciperanno, il sindaco di Pignataro e presidente della provincia di Caserta Giorgio Magliocca, l’Assessore ai Beni Confiscati Vincenzo Romagnuolo, il presidente della cooperativa Apeiron Emiliano Sanges. Lo scrittore Marco Ehlardo, esperto di migrazioni, asilo e accoglienza per rifugiati presenterà il suo “Terzo settore in fondo: cronistoria semiseria di un operatore sociale precario” romanzo ironico ricco di spunti riflessivi sui diritti dei migranti e dei lavoratori precari. Alle 19:30 avrà luogo l’assemblea Costituente del Presidio Associazione Libera Pignataro, aperta a tutte le realtà associative e a singoli partecipanti, occasione per esporre nuovi progetti e delineare le finalità che questo nuovo centro di legalità e giustizia sociale propone.

In serata, con il calar della luce e il saluto delle stelle intorno alle 21,30 sarà proiettato, a cura di Cinemovel, il film “Sono Tornato” di Luca Miniero, un ritratto dello stivale forse più tragico che comico, incentrato sul surreale ritorno di Mussolini sulla terra. Uscito nelle sale poco prima delle ultime elezioni politiche, il film coglie bene la deriva italiana verso l’odio e l’intolleranza di un popolo dalla memoria troppo corta e confusa. Una giornata piena di contenuti che vede trasformarsi Villa Imposimato in un organo vitale nel segno del recupero da parte della collettività, di luoghi per troppo tempo sfruttati da chi ha angustiato queste terre con soprusi e violenza.