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Caserta – Si sono presentati ad un imprenditore del Casertano, operante nel settore trasporto e raccolta dei rifiuti, come referenti del clan dei Casalesi e dell’ndrangheta, e hanno chiesto la tangente minacciandolo con armi da fuoco. È l’accusa a contestata al 50enne Luigi Del Villano di Casapesenna e Giovanni Sicilia, 59 anni, di Petilia Policastro (Crotone), arrestati dai carabinieri di Sessa Aurunca su ordine del Gip del tribunale di Napoli per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Gli inquirenti hanno accertato che i due uomini, tra settembre e dicembre 2020, si sarebbero presentati dall’imprenditore, residente a Cellole (Caserta), dichiarando di rappresentare gli interessi del clan facente capo a Michele Zagaria e di cosche crotonesi dell’ndrangheta. Il 59enne Sicilia ha precedenti per accertati legami con clan calabresi, ed è emerso che si muove tra la Calabria e il comune di San Marcellino, nel Casertano, dove dimora spesso. Anche Del Villano è ritenuto vicino ai Casalesi (clan Zagaria), ed ha precedenti per reati con l’aggravante mafiosa. I due, armati, avrebbero chiesto alla vittima una somma per dei lavori che un’azienda del Casertano – la cui posizione è in corso di valutazione da parte degli inquirenti – aveva realizzato presso il suo capannone di stoccaggio dei rifiuti. 

I due estorsori avrebbero chiesto all’imprenditore anche un’altra somma pari al 5% dell’importo dei lavori, e di desistere dall’acquistare un’azienda di rifiuti in provincia di Frosinone.