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Al di là di ogni indignazione civile contro lo sversamento selvaggio dei rifiuti, pure auspicabile in una terra sempre più assuefatta all’orrore, c’è da riconoscere che quello che stamattina faceva mostra di sé nella prima curva della panoramica di Puccianiello meriterebbe l’attenzione più degli estimatori di street art che degli organi preposti alla tutela dell’ambiente. Perché chi ha scelto quella curva per depositarvi decine di plafoniere smontate dai pali della luce pubblica, deve aver notato la scritta sul muretto che affaccia sulla città. “Risvegliate le coscienze” scrive Zeta mentre in lontananza la Reggia domina il panorama.

Un invito al quale lo sversatore selvaggio ha voluto dare il suo contributo, forse. Perché magari se le coscienze non si svegliano, caro writer di Puccianiello, è perché il buio dominante invita al torpore dell’inedia? Un buio che lo sversatore selvaggio ha pensato di dissipare svuotando lì il suo carico di  luci rotte della città, per chi magari volesse servirsene. Se ne faranno una ragione i tanti che non mollano sul fronte della sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente, e pure gli organi preposti a punire i trasgressori delle norme sullo sversamento dei rifiuti. In fondo sempre meglio cercare il significato filosofico di una plafoniera al belvedere di Puccianiello che quella di un water  lasciato fuori al Tribunale di Caserta nei giorni scorsi.