Lo scontro tra il presidente Giuseppe D’Agostino e l’imprenditore Domenico Ciuffarella ha fatto naufragare, all’ultimo momento, l’ingresso del consorzio Conpat in Caserta Stadium, società incaricata della ricostruzione dello stadio Pinto. Una rottura che rimette in discussione l’intero progetto da 51 milioni di euro e il futuro stesso della Casertana, che ora rischia di non iscriversi al prossimo campionato di Serie C.
Sei anni di attesa, tutto fermo di nuovo
Dal 2019 il progetto ha attraversato approvazioni, conferenze dei servizi, e una convenzione firmata nel 2023 con l’allora sindaco Marino. I lavori, previsti prima per febbraio e poi per giugno 2024, sono stati rimandati più volte per mancanza di fondi. L’accordo con Conpat sembrava chiuso, ma la trattativa è saltata per disaccordi tra Casertana e Aurora Immobiliare su aspetti contrattuali.
Iscrizione a rischio, tifosi in ansia
“Senza stadio, niente squadra”, aveva detto D’Agostino. E ora, dopo aver annunciato che tutti i parametri Covisoc erano stati rispettati, il presidente valuta di non iscrivere il club. Il termine è fissato al 6 giugno. Conpat, spettatore della lite, non può intervenire direttamente. E i tempi per un salvataggio sono strettissimi.
Squadra bloccata, futuro incerto
Anche le questioni sportive sono congelate: il tecnico Iori e il ds Degli Esposti attendono sviluppi. D’Agostino chiarirà a breve cosa è successo. Ma intanto, un progetto che doveva rilanciare il club e la città sembra essersi trasformato in un incubo.